L’amministratore unico della multiservizi interviene per precisare anche che è estraneo all’inchiesta della procura teramana
TERAMO – “Le contestazioni mosse dalla Procura di Teramo riguardano fatti precedenti alla nomina dell’attuale amministratore, che non risulta essere indagato. Il provvedimento del gip non ha sospeso le attività dell’azienda, essendo il sequestro limitato a somme di denaro e altri beni immobili e/o mobili. Pertanto, il servizio pubblico non ha subito alcun impedimento; esso, sia pure con la difficoltà di avere, al momento, i conti bloccati, proseguirà nell’interesse della collettività”. L’attuale amministratore unico della Mo.Te., Ivan Di Cesare, interviene per precisare alcuni aspetti relativi all’inchiesta della procura teramana sull’utilizzo dei fondi Fsc 2007-2012, per la quale la Finanza dell’Aquila ha operato il sequestro preventivo di 700mila euro, ma soprattutto per chiarire che non è lui l’amministratore Mo.Te. coinvolto nell’indagine.
“Nella immediatezza – spiega ancora Di Cesare -, sarà rappresentato agli Inquirenti che la società dispone di un Modello organizzativo 231 e, comunque, potrebbe beneficiare della sospensione del provvedimento, e consentire l’erogazione di un regolare servizio. Si confida che la Procura di Teramo e il GIP, nell’accertamento dei fatti che riterranno essere rilevanti, possano recepire le nostre urgenti istanze“.