Al presidio di Teramo i sindacati denunciano la carenza di ispettori del lavoro e la dilagante piaga del subappalto. Morti in aumento del 71% rispetto al 2022
TERAMO – E’ stata del 60%, in Abruzzo, l’adesione allo sciopero di 2 ore, a fine turno, nei settori metalmeccanico ed edile, proclamato per oggi dalla Cgil e dalla Uil dopo l’incidente avvenuto nel cantiere di Esselunga a Firenze, dove una delle 5 vittime è un operaio di Montorio, Luigi Coclite.
A rendere noti i numeri della protesta sono i due sindacati, che sottolineano come l’Abruzzo sia “la regione italiana con la più alta incidenza di morti sul lavoro rispetto alla popolazione attiva“. Contestualmente allo sciopero, stamani, si è svolto un presidio regionale a Teramo, davanti alla prefettura. Oltre ai sindacati, erano presenti il presidente dell’Anci Abruzzo e sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, il candidato presidente della Regione Abruzzo per la coalizione di centrosinistra, Luciano D’Amico, e i candidati di Abruzzo Insieme, Giovanni Cavallari e Vincenzo Di Marco, e Rosaria Ciancaione (Movimento 5 Stelle).
La delegazione è stata ricevuta dal Prefetto, che si è impegnato a riferire le istanze al Governo nazionale. Il segretario generale della Cgil Abruzzo Molise, Carmine
Ranieri, e quello della Uil Abruzzo, Michele Lombardo, sottolineano la necessità di “imprimere un radicale cambiamento alle politiche di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, allargando la tutela dei lavoratori negli appalti e cancellando il ricorso ai subappalti a cascata, prevedendo maggiori controlli nelle filiere, eliminando il ricorso ad appalti al massimo ribasso sul costo della manodopera e della sicurezza e obbligando le aziende all’applicazione del Ccnl di riferimento“.
Nel 2023, in Abruzzo, sono stati 36 i morti sul lavoro, in aumento del 71% rispetto ai 21 del 2022. Il dato è in crescita nonostante gli infortuni siano scesi dai 15.686 del 2022 ai 12.112 dello scorso anno. Le vittime sono state 13 nelle province di Teramo e Chieti, 8 in quella di Pescara e 2 in quella dell’Aquila. L’edilizia, con 7 morti, ha fatto registrare il maggior numero di casi. “Una situazione inaccettabile“, commentano i sindacati.
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