Ancora una volta polemizza di prima mattina sui fondi ‘restituiti’ sull’ex manicomio. I candidati di Abruzzo Insieme: “Risponda perchè mancano 10 milioni. E’ solo l’ennesima prova che la provincia di Teramo è stata penalizzata dal suo governo”
TERAMO – Non c’è che dire: tra una inaugurazione e l’altra, un cantiere aeroportuale o portuale, un taglio del nastro e qualche visita organizzata ad hoc, con un presenzialismo elettorale che per alcuni va bene all’Aquila ma non a Teramo (soprattutto se lo fanno altri che non siano il centrodestra), il Governatore uscente dorme sonni agitati sognando di continuo l’ex manicomio di Porta Melatina e il sindaco Gianguido D’Alberto.
E’ talmente ossessionato che adesso anche quando parla d’altro, il primo cittadino viene bersagliato dal commento di Marsilio, sempre legato ai fondi scippati e restituiti in parte della cittadella cultura. La mattinata è cominciata presto, attorno alle 8:30: “Quando la finirà il sindaco di Teramo di dire sciocchezze? Sulla vicenda della cittadella della cultura ho già fornito ampie spiegazioni, ricordando che l’università ha terminato solo poche settimane fa di completare la progettazione. Sostenere che senza il definanziamento oggi la città avrebbe avuto un auditorium da 600 posti pronto e disponibile è una sciocchezza colossale che sconfina nella menzogna. D’Alberto pensi a fare il sindaco e a risolvere i problemi della città, se è capace di farlo. La finisca di aggredirmi con le bugie e la propaganda elettorale – ha detto di buon’ora il presidente Marsilio alla lettura di una intervista al Messaggero di D’Alberto.
Il sindaco, stimolato dai giornalisti nel corso del successivo consiglio comunale, ha tagliato corto sostenendo un concetto abbastanza chiaro, e che sta nei numeri in fin dei conti, al di là delle interpretazioni: “Marsilio ci dica come intende restituire i 10 milioni che mancano rispetto a quelli che al progetto erano stati assegnati“.
A rincarare la dose, sul piano politico, è arrivata anche la nota dei candidati teramani della lista Abruzzo insieme che sostengono Luciano D’Amico presidente. Marsilio è nel mirino quando dimentica appunto di rispondere alla domanda su come intende recuperare la somma che ancora manca e che la ‘restituzione’ attraverso i fondi Fsc tanto sbandierata, non è altro che l’ennesima conferma come la provincia di Teramo sia al centro di una penalizzazione, negli ultimi 5 anni di governo di centrodestra, “studiata a tavolino“.
E seppur si vogliano dar per buoni e sufficienti i 20 milioni di euro restituiti, dicono i candidati teramani della lista Abruzzo Insieme, “le prime risorse saranno disponibili soltanto nel 2025. Dunque lo stop al progetto sarebbe ulteriormente prolungato“.
Per i candidati teramani «a proposito di conti, sottolineiamo come la distribuzione dei pani e dei pesci all’interno del Fondo di coesione riporti alla comunità teramana nemmeno il 10% della somma totale sottoposta alla firma della premier Giorgia Meloni che, coincidenza, è stata eletta proprio in questo collegio. Distribuire le briciole rimaste sulla tovaglia da pranzo conferma il disinteresse nutrito dal governatore per la provincia di Teramo, avallato dal silenzio complice dei consiglieri della sua maggioranza eletti in zona. Perché tagliare prima e non restituire tutto dopo, sul progetto della Cittadella della Cultura di Porta Melatina, costituisce la cartina al tornasole di come questa Regione di centrodestra intenda minare il futuro di un territorio, colpendo la comunità sul piano culturale e sociale, ma soprattutto dell’attrattività del mondo universitario, composto prevalentemente da giovani. Tagliare su questi fondi significa negare il futuro alle nuove generazioni e tarpare le ali al rilancio di un’intera provincia, perché un ateneo è patrimonio di una comunità ben più vasta di quella del comune di Teramo».
L’onorevole Luciano D’Alfonso, infine, non ha mancato di farsi sentire e ha ricordato a Marsilio che piuttosto che con i comunicati, il confronto sull’ex manicomio di Teramo dovrebbe affrontarlo in un confronto pubblico con lui.