Secondo la consigliera e candidata alla Regione, l’amministrazione insiste con temerarietà sulle annualità 2016 e 2017 nonostante l’esperienza negative su quella del 2018
ROSETO – “La Corte di Giustizia Tributaria di II grado dell’Abruzzo sta rigettando con sentenze del 30 gennaio gli appelli proposti dal Comune di Roseto avverso le sentenze di primo grado sulla Tari 2016 e 2017, che avevano dato ragione ai contribuenti, condannando lo stesso Comune al pagamento di spese legali che variano da 1.000 a 3.000 euro, oltre accessori di legge“. Lo fa sapere la consigliera comunale e candidata del Movimento 5 Stelle al Consiglio regionale d’Abruzzo, Rosaria Ciancaione“.
Anche in questo caso al Comune costerà davvero tanto aver voluto insistere su accertamenti retroattivi solo sulla base di foto aeree del 2018, che sembrano riferirsi al 2013, dopo essere già stata condannato in primo grado con il pagamento di spese legali elevatissime. Il tema è stato affrontato più volte dalla consigliera Ciancaione evidenziando che le sentenze dovrebbero chiudersi con la restituzione delle somme non dovute, come nel caso della sua mozione approvata all’unanimità nel consiglio del 26 maggio 2022 sulla Tari 2018, in esito alla sentenza del Tar Abruzzo n. 83/2019 sul ricorso presentato da balneatori e commercianti. Una mozione, è bene ricordarlo, pure integrata con un emendamento in consiglio comunale affinchè il Comune predisponesse entro 3 mesi un piano di rimborso anche pluriennale in modo da consentire la restituzione nell’arco di 3/5 anni delle maggiori somme pagate.
“Purtroppo – prosegue la consigliera Ciancaione -, venendo meno all’impegno assunto con la città di Roseto, a distanza di un mese dall’approvazione della mozione, il Comune si oppose in Cassazione a ben 20 sentenze della Commissione tributaria regionale per l’Abruzzo che riconoscevano ai balneatori ed altri operatori economici il diritto di pagare somme ricalcolate sulla base della sentenza del Tar n. 83/2019 che ne aveva accolto le doglianze”.
Questo modo di fare ha interessato anche i ricorsi sulla Tari 2016 e 2017 con appelli che hanno il sapore della temerarietà cui si aggiunge sempre il rischio di un giudizio di ottemperanza più volte annunciato dai balneatori sulla sentenza del TAR Abruzzo della Tari 2018.
“Le sentenze – conclude Rosaria Ciancaione – vanno correttamente applicate e il Comune di Roseto deve ricordarsi che un impegno assunto in consiglio non è carta straccia e che se si è fatto un errore sarebbe bene correggersi, non perseverare”.