Il presidente dell’Ordine, Di Provvido, sottolinea le criticità di quanto previsto dal governo in tema di sconto in fattura e cessione del credito
TERAMO – I provvedimenti previsti con il decreto legislativo 39/2024 con cui sono stati definitivamente eliminati lo sconto in fattura e la cessione dei crediti d’imposta derivanti dai bonus edilizi, salvo i casi residuali rivolti a soggetti colpiti da eventi sismici, secondo i commercialisti teramani “rischiano di essere eccessivamente penalizzanti per i contribuenti che perderanno le agevolazioni a cui hanno pieno diritto per errori commessi in buona fede”.
Lo sostiene il presidente dell’Ordine della provincia di Teramo, Maurizio Di Provvido, che plaude alla richiesta avanzata dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti inviata al ministro e al viceministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e Maurizio Leo, con la quale si evidenziano le rilevanti criticità generate dal provvedimento, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 29 marzo scorso.
“La prima – sostiene Di Provvido -, contenuta nell’articolo 2 del decreto, che vieta di sanare le comunicazioni di opzione tra sconto e cessioni che dovevano essere inviate all’agenzia delle entrate entro il 4 aprile impedendo inoltre di sostituire le comunicazioni inviate tra i 1° e il 4 aprile. Per tale dettato molti contribuenti perderanno le agevolazioni per errori commessi in buona fede (si pensi ad esempio ad un errore nella trascrizione di un solo codice fiscale in presenza di un condominio composto da centinaia di persone), senza dimenticare che l’istituto della ‘remissione in bonis’ è stato introdotto da oltre 12 anni proprio per tutelare i comportamenti errati commessi dai contribuenti in buona fede.
“L’altra, non meno importante, è quella contenuta nell’articolo 1 comma 5 del Decreto-legge che blocca l’efficacia di tutte le CILAS e dei titoli abitativi depositati prima del 17 febbraio 2023 se, alla data del 30 marzo 2024, non è stata sostenuta alcuna spesa documentata da fattura per lavori già effettuati. In altre parole, i cittadini e le imprese, relativamente ad interventi già avviati, e magari ultimati, per i quali hanno fatto legittimo affidamento sulla possibilità di optare per la cessione del credito e lo sconto in fattura, non potranno accedere a tali opzioni in assenza di spese documentate (e pagate) da fatture alla data del 29 marzo 2024. Risulta ulteriormente penalizzante – conclude il presidente Di Provvido – la situazione nella quale le fatture siano state emesse prima del 29 marzo scorso ma non siano state ancora pagate dai beneficiari delle detrazioni.
“L’auspicio di tutti i commercialisti é che queste criticità possono trovare adeguata soluzione in sede di conversione del Decreto-legge“Bonus edilizi.