Va in pensione una delle anime della Digos, protagonista del rapporto con le tifoserie fondato sul rispetto reciproco
TERAMO – Un premio alla carriera, che non poteva non essere consegnato in quel luogo simbolo che ha fatto di Umberto Pavoni il protagonista del contatto personale con le tifoserie, che negli anni hanno amato, sofferto, spasimato, per la squadra del cuore, il Teramo. Il presidente del Città di Teramo, Filippo Di Antonio, il sindaco Gianguido D’Alberto e la tifoseria hanno applaudito la consegna del riconoscimento simbolico di tutta la comunità al poliziotto che in tanti anni di servizio alla Digos ha curato i rapporti soprattutto con la tifoseria, muovendosi con rispetto e ricevendo rispetto.
Umberto dal 1° aprile è in pensione. Conoscendolo, sappiamo che gli mancherà la quotidianità di questo lavoro, in cui ha offerto il proprio servizio con grande disponibilità e sacrificio per tanti lunghi anni: 38 ne sono trascorsi, per l’esattezza, da quel 6 giugno 1986 quando si presentò al Reparto mobile di Roma. Era l’avvio di una professione affrontata con grande passione e serietà, che sono state sempre le sue stelle comete anche quando passò alle stradali di Casalecchio di Reno, nel Bolognese e poi a Pineto e Giulianova. Il rientro nella sua terra d’origine, dopo tanta esperienza fuori regione, apportò alla Polizia teramana quel valore aggiunto fatto di conoscenza del territorio e di rapporti umani, che inserirono ancor più il valore delle fiamme oro nelle strade della provincia. Se ne arricchirono in particolare prima l’ufficio volanti e poi la squadra mobile.
Ma è nella Digos che Umberto Pavoni ha interpretato al meglio il ruolo della divisa (nonostante abbia operato per la maggior parte delle volte… in borghese) esaltando le sue doti di mediatore. Stimato e rispettato per quel suo grande buon senso e per la capacità di intrattenere rapporti di grande professionalità, ha saputo stringere un rapporto importante con la tifoseria, settore nel quale è stato impegnato negli ultimi anni supportando (e supportato da) validi colleghi che oggi ne raccolgono il testimone, con il dispiacere di doversi separare da lui. E anche noi che con lui abbiamo lavorato da anni, da oggi ci sentiamo un pò più soli. Buona vita, Umbè!