Il 67enne teramano ha rischiato la vita: decisivo l’intervento delle equipe della Stroke Unit teramana. Dimesso senza alcun deficit neuromotorio
TERAMO – Da paziente ha vissuto sulla sua pelle quello che in tanti anni ha applicato sugli altri da medico: la buona sanità, quella che salva vite umane. Perchè il 67enne medico teramano in pensione, ex dirigente medico della Asl locale, ha potuto saggiare da vicino la perizia e la professionalità delle equipe interdisciplinari del percorso Stroke – dal Pronto soccorso alla Radiologia Inteventistica alla Rianimazione – del Mazzini, che lo hanno strappato al rischio di morire per una trombosi alla carotide interna destra, estesa al ‘sifone’ e al circolo intracranico.
L’ictus cerebrale acuto sofferto dal medico poteva avere effetti devastanti sul suo fisico, a cominciare da semiparalisi a gambe e braccia, perdita di autonomia e più o meno completa necessità a vita di supporti riabilitativi e neurocognitivi. Nei casi più gravi l’occlusione acuta della carotide interna può invece causare anche ischemia dei centri autonomici, con arresto cardio circolatorio repentino che in poco tempo può condurre anche alla morte del paziente.
Il medico teeramano è stato salvato grazie alla elevata efficienza del percorso stroke consolidato da oltre 20 anni di esperienza nel settore e alla professionalità di tutti gli addetti ai lavori, medici e paramedici del Pronto soccorso, della Radiologia, della Rianimazione. Come riferisce una nota dell’azienda sanitaria, il paziente è stato subito portato in sala angiografica dove gli specialisti dell’unità operativa di Radiologia interventistica hanno rapidamente disostruito la carotide interna, con il sistema di trombo-aspirazione e recupero del trombo effettuando soltanto un accesso dall’arteria femorale. Sono stati utilizzati specifici cateteri dedicati per lo studio dei vasi al collo e del circolo intracranico.
L’arteriografia carotidea ha confermato la chiusura del vaso estesa a tutto il circolo cerebrale. Dopo l’aspirazione del coagulo si è avuta completa ricanalizzazione della carotide e per garantire il giusto calibro dell’arteria è stato inserito uno stent. Le Tac di controllo post operatoria e a 24 ore hanno dimostrato subito una evoluzione favorevole del quadro a livello dell’encefalo, confermato anche clinicamente. Nella settimana successiva il paziente è stato dimesso dal reparto di Neurologia e Stroke unit, senza esiti clinici di rilievo. “Il paziente, che è stato anche un nostro medico, è tornato in famiglia in condizioni più che buone – ha sottolineato il direttore generale della Asl, Maurizio Di Giosia -. La sua storia è emblematica del valore della buona sanità pubblica e dell’importanza delle persone che vi lavorano, dedicando la propria esistenza con spirito di sacrificio e abnegazione alla cura degli altri. Questa storia ha ancor più valore perché lui stesso, che quotidianamente si è impegnato per salvare vite, ha beneficiato dell’alta professionalità dei colleghi e della buona organizzazione della nostra sanità”.