Alla Biblioteca Delfico la presentazione della corposa pubblicazione (8 tomi e quasi 4.600 pagine) che racconta lo sviluppo di città e provincia tra il 1854 e il 1870, assieme al saggio di Luigi Ponziani
TERAMO – Dopo tanta attesa arriva oggi pomeriggio (alle ore 18) la presentazione del Diario Savini: si terrà alla Biblioteca ‘Melchiorre Dèlfico’ di Teramo.
La straordinaria edizione, costata 8 anni di lavoro editoriale, un vero e proprio libro dei record, il ‘Diario giornaliero (1854-1870)’ di Domenico Savini, costituito di 8 tomi in cofanetto per complessive 4.580 pagine, una delle opere più corpose mai pubblicate.
Per l’occasione sarà presentato in veste editoriale autonoma anche il volume ‘L’Ottocento di Domenico Savini’ di Luigi Ponziani, che contiene il saggio introduttivo al Diario saviniano. All’evento prenderanno parte, Franciska Stenius Savini, coordinatrice del progetto, la storica Francesca Fausta Gallo, direttrice del Dipartimento di Scienze Politiche presso UNITE, lo storico Luigi Ponziani dell’Istituto Abruzzese di Ricerche Storiche e Simone Gambacorta, vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo. Entrambe le edizioni sono pubblicate dalla casa editrice teramana Ricerche&Redazioni.
Il Diario di Domenico Savini, che va dal 1854 al 1870, costituisce un corpus documentario di primaria importanza per lo studio della storia economica, sociale, ma anche civile e culturale della Città di Teramo e dell’ampio territorio della vecchia provincia aprutina del quale fu capoluogo. Quasi una fonte primaria tanto più rappresentativa in quanto scarse ancora sono le testimonianze di prima mano di personalità che ebbero un ruolo eminente nella storia aprutina del XIX secolo. Molteplici sono le ragioni di tale rilevanza: in primo luogo l’ampiezza temporale e l’assiduità giornaliera del documento diaristico; quindi il periodo storico descritto che consente di cogliere passo dopo passo i processi politici e istituzionali che preludono alla crisi finale del Regno delle Due Sicilie e alla nascita del nuovo Regno d’Italia;
infine le connessioni sociali che dalla narrazione risaltano con particolare evidenza e che ci consentono di coglierne dinamiche, movenze, caratteri nel corso di un tornante fondamentale della storia teramana, abruzzese, nazionale: giorno dopo giorno scorrono personaggi grandi e piccoli della società del tempo, avvenimenti locali e nazionali, gli accadimenti europei con gli effetti che producono nell’apparente lontana e appartata provincia del Regno. Cosicché il racconto che ne deriva ci restituisce un caleidoscopio umano, sociale e civile di sicura vivacità.