Pallamano. A distanza di 27 anni dall’unica partecipazione in Giappone, dove il capitano era il grande Set, altri tre teramani conquistano la qualificazione al torneo iridato edizione 2025
TERAMO – A distanza di 27 anni la storia si ripete, e si scrive ancora in teramano: quell’Italia che disputò l’edizione giapponese dei Mondiali nel 1997 aveva Settimio Massotti quale capitano e trascinatore, oggi l’Italia che approda all’edizione 2025 dei Mondiali di Croazia, Danimarca e Norvegia ne conta addirittura 3 di atleti biancorossi. Tommaso De Angelis, Stefano Arcieri e Riccardo Di Giulio sono gli artefici di un’altra qualificazione storica, la seconda in tutta la storia dei mondiali per gli azzurri.
Hanno guidato in diverse fasi la squadra allenata da Riccardo Trillini (che a Teramo tutti lo ricorderanno per aver portato la Teknoelettronica Teramo in Serie A d’Elite nel 2008-2009), che ha bruciato la concorrenza di Turchia, Belgio e Montenegro, vincendo 5 partite su 6 nei play off di qualificazione e si prenotano per un posto in prima fila nella kermesse iridata del prossimo anno. Sono protagonisti del vivaio teramano, cresciuti grazie a maestri teramani e alla caparbietà di dirigenti locali che hanno creduto in loro.
Riccardo Di Giulio (figlio di Maria Di Domenico, finalista scudetto con Teramo nel 1986 e a lungo nazionale azzurra, e nipote di Jimmy, storica ala del Teramo Handball degli anni ’80), Stefano Arcieri e Tommy De Angelis oggi sono tre dei profili migliori nei loro ruoli di ala. L’unico mancino dei tre, Di Giulio, dopo 4 anni con il Bressanone è passato al Bolzano ed è finalmente entrato nel giro della nazionale, con giusto e grande merito.
Stefano Arcieri, due scudetti con Fasano e Bolzano, due Coppe Italia e una Supercoppa, oggi è a Bressanone dopo aver giocato anche in Finlandia, e si appresta a giocare le semifinali scudetto contro Conversano. Chi gioca all’estero (e anche questo è un primato che conferma la forte tradizione teramana) è Tommaso De Angelis, ala sinistra, che non si è fatto pregare alla chiamata del Benidorm, in Spagna: ha masticato pallamano da bimbo (figlio di Roberto e di Tiziana Rofi, anche loro con una lunga carriera nelle formazioni di handball cittadine) come il fratello Alessandro e nonostante sia giovanissimo, vanta già una grande esperienza.