Passa all’unanimità in Consiglio il provvedimento voluto dal consigliere teramano di FdI sulla responsabilità dei direttori generali: la Verì voleva rendere ‘vincolante’ il ‘parere obbligatorio’
L’AQUILA – La norma per il ripianamento del deficit sanitario nel 2023 della Regione Abruzzo prodotto dalle 4 Asl, approvato in serata dal Consiglio regionale, ha portato ad una stretta nei confronti dei direttori generali il cui operato da ora sarà controllato dal Consiglio regionale: su questo inasprimento di controlli, l’assise regionale, che vuole avere un ruolo di primo piano, all’unanimità ha bocciato la Giunta e più precisamente l’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, che aveva chiesto di modificare in parere vincolante “il parere obbligatorio” inserito nell’emendamento che introduce l’obbligo delle singole Asl a predisporre piani di razionalizzazione delle risorse.
E’ stato il presidente della commissione Salute, Paolo Gatti, di Fratelli d’italia, a confermare la obbligatorietà poi votata dall’Aula. Il mancato adempimento può portare anche alla nomina di un commissario ad acta. La legge stabilisce infatti l’obbligo, da parte delle singole Aziende sanitarie locali, di predisporre piani di razionalizzazione delle risorse disponibili al fine di garantire l’efficacia, l’efficienza e la sostenibilità dei servizi sanitari offerti. I piani dovranno essere trasmessi al Dipartimento Salute della Regione Abruzzo entro 30 giorni dalla pubblicazione della legge. In caso di mancata approvazione del piano da parte del Dipartimento, la Asl dovrà apportare le modifiche richieste e ripresentarlo entro 30 giorni dalla comunicazione dell’esito negativo dell’istruttoria. I piani devono altresì essere trasmessi alle Commissioni I e V del Consiglio regionale, che previa illustrazione dei contenuti e della sostenibilità da parte del Dipartimento Salute, esprimono parere obbligatorio e vincolante, entro i 15 giorni successivi, ai fini dell’approvazione da parte della Giunta.