Antonetti nervoso: “Opposizione snobbata, mai più in question time”. La maggioranza: “Resti pure a casa”

Il sindaco sconfitto annuncia che le interrogazioni da adesso le presenterà alla procura. La replica: “Arrogante e presuntuoso, ancora non capisce il proprio ruolo”

TERAMO – Non va a giù a Carlo Antonetti l’atteggiamento di un’amministrazione comunale che a suo dire snobba l’opposizione e le sue richieste in particolare, dalle mancate risposte alle interrogazioni consiliari, alle commissioni mai più convocate (vedi Pums) o convocate a pochissima distanza dalla discussione degli argomenti, decisioni e scelte su grandi questioni (come stadio Bonolis e teatro comunale) tenute nascoste alle opposizioni, consigli non convocati per 50 giorni.

Stavolta annuncia che non parteciperà più alle question time e, con uno stile che però è lontano dal saper stare in consiglio comunale (qualcuno direbbe in politica), fa sapere che “le interrogazioni, le interpellanze, i quesiti e quant’altro saranno rivolti solo ed esclusivamente alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti e all’Anac perché i nostri cittadini hanno bisogno che il velo di omertà che avvolge ormai la nostra Città sia fugato in fretta“.

Antonetti ritiene che Il sindaco “non è più credibile, non è il sindaco di tutti e gioca con la maglietta della sua maggioranza non svolgendo correttamente il suo ruolo istituzionale“, lamenta anche il fatto che a suo giudizio abbia operato un rimpasto di giunta “indecente“, con scelte che dimostrano come D’Alberto sia “ostaggio politico di papà Sandro Mariani, di nonno Camillo D’Angelo già Sindaco di Valle Castellana.., di Zio Di Dalmazio…”.

Ad Antonetti hanno risposto i consiglieri di maggioranza (e anche questo non è andato bene ad Antonetti che ha diffuso un’ulteriore nota per chiedere il nome dell’estensore della nota…), per definire il suo intervento “scomposto” e che “denota da un lato presunzione e arroganza e dall’altro la totale incomprensione del proprio ruolo e del funzionamento dell’istituzione consigliare” e che “non ha ancora compreso la differenza tra organi politici-elettivi e organi giudiziari.

Dagli insulti e dalle accuse piene di livore che lancia nei confronti dell’amministrazione emerge, immaginando la buona fede, come Antonetti non abbia ancora compreso il reale funzionamento del Consiglio comunale; nella malafede della speculazione politica si dimostra offensivo nei confronti del Consiglio comunale e in cerca di visibilità nel vuoto assoluto di idee e iniziative. Inoltre delle due l’una: o i consigli non si riuniscono come Antonetti sostiene, abusando strumentalmente e istericamente della scrittura al Prefetto, o quando ne vengono convocati più d’uno, come in questo mese, non va bene forse perché si lavora troppo. Invitiamo il Consigliere a impegnarsi concretamente sui temi e le questioni del governo della città, come  vigile interprete leale degli interessi collettivi e controllare la sua rabbia condita di presunzione e incompetenza. Se considera poi il Consiglio e le sue articolazioni come luoghi per attività inutili, può sempre dimettersi e tornare a casa, destino a cui lo hanno consegnato appena un anno fa i teramani”.

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