Commissione teatro, ferita aperta: la minoranza chiede le dimissioni del sindaco

I gruppi di minoranza insistono dopo il no all’organo di indagine: “Democrazia sconfitta, incapaci di amministrare”

TERAMO – Chiedono le dimissioni del sindaco D’Alberto e ricorreranno a Procura e Corte dei conti, le opposizioni consiliari, all’indomani di quello che hanno definito una ‘sconfitta delle democrazia’, ovvero la bocciatura della richiesta di una commissione di indagine sulla vicenda del teatro comunale di Teramo.

Carlo Antonetti di Forza Italia, tra i partecipanti alla conferenza stampa odierna, punta il dito sull’inerzia del primo cittadino a fornire una benchè minima spiegazione della controversia sottolineata dalla sentenza negativa (per il Comune di Teramo) del Tar Abruzzo, laddove sottolinea ‘l’atteggiamento colposo’ dell’amministrazione cittadina. E’ qui il dato politico, su cui i consiglieri di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Futuro In, Azione, Teramo sul serio e Teramo è meglio, fondano la loro richiesta di chiarimenti.

La maggioranza ha definito la legittima e doverosa richiesta “un’azione di disturbo…, di inquisizione” ecc. evidenziando una totale chiusura al dialogo e una grande paura nei confronti dell’accertamento della verità e dell’utilizzo di una strumento di democrazia da essa stessa introdotto ad inizio della passata consiliatura con un atto di trasparenza e partecipazione alla gestione della cosa pubblica che oggi, dopo sei anni di amministrazione e visto il comportamento sistematicamente tenuto dalla maggioranza, può tranquillamente definirsi ”un peccato di gioventù”, dicono le opposizioni che ritengono essere questo l’aspetto più grave “del “al di là dell’ingente danno economico che ha già causato ai cittadini teramani per una somma di almeno 450mila euro e dell’all’annullamento della stagione teatrale senza che fossero iniziati i lavori“.

Ma a ciò – dicono ancora i consiglieri dei gruppi di minoranza – deve aggiungersi che, dopo non aver mai risposto alle interrogazioni e alle richieste di documenti formulate dai consiglieri di minoranza che non sono mai stati informati su nulla della vicenda, l’Amministrazione ha proceduto a formalizzare una transazione con il privato rinunciando all’appello e facendo così passare “in giudicato” la sentenza e tutto il suo contenuto senza che niente fosse stato confutato in ordine alle gravissime accuse formulate dai giudici amministrativi e senza che nulla fosse comunicato alla Città!. Ebbene, di fronte a tutto ciò la maggioranza, che ha definito la vicenda normale e regolare..!!! ha preferito fuggire dall’accertamento della verità nelle aule del consiglio .. suggerendoci a gran voce il ricorso alla Procura della repubblica….”

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