Comi: tolte le transenne ma il problema resta. E gli enti ‘palleggiano’

Il Comune è riuscito a mettersi tra due fuochi: chi protesta per i bivacchi degli stranieri ‘in transito’, chi urla alla negazione dei diritti. Nessuno affronta il problema che tornerà presto come prima

TERAMO – La vicenda del bivacco nel porticato dell’istituto Comi in viale Bovio degli extracomunitari in attesa di udienza all’ufficio stranieri della vicina questura, sta diventando adesso un caso politico oltre che una specie di ennesima telenovela. Da un lato le proteste dei residenti e in generale di quei cittadini che ritengono sia giusto, in un paese civile, garantire un minimo di decoro urbano – soprattutto quando questo venga offeso anche dall’utilizzo scriteriato e oltre ogni regola del vicino laghetto della villa Comunale come bagno privato,

L’altra faccia della medaglia la mostrano coloro che ritengono che un paese civile, allo stesso modo, debbe essere garantita un minimo di accoglienza e un tetto a chi non lo ha o che si trova in momentanea situazione di difficoltà. Nel mezzo si aggiungono anche le immancabili strumentalizzazioni politiche. Il risultato? Dopo mesi e mesi il Comune era intervenuto per accogliere le richieste di residenti e numerosi cittadini, pulendo a fondo il porticato diventato un dormitorio, dove i giacigli di fortuna erano diventati posti-letto all’aperto e tutt’attorno insisteva un corollario di rifiuti e sporcizia.

Una situazione che è durata solo qualche giorno, perché gli ‘occupanti’ hanno superato anche le transenne messe a protezione di nuove violazioni, mentre si registravano prese di posizioni etico-politiche contro l’amministrazione comunale, rea di aver ‘recintato’ il diritto a un tetto, negato l’accoglienza e rinviato ancora l’adozione di un vero e proprio programma sociale fatto di stazioni di posta, ricoveri e quant’altro attinente. Orbene, non è finita qui.

Oggi l’amministrazione comunale è intervenuta di nuovo e ha… liberato la zona anche dalle transenne, restituendo all’edificio lo status ante occupazione ma senza recinzioni, la cui integrità scommettiamo duri molto poco. In una nota diffusa dal cittadino le motivazioni del nuovo intervento: a noi pare di capire che si continui con un rimpallo di competenze che genera solo una sorta di ‘terra di nessuno’ in cui di conseguenza ci si sente autorizzati a disporre di un bene pubblico a proprio piacimento.

L’intervento effettuato, d’intesa con la Provincia e la dirigente scolastica – si legge nella nota a firma congiunta delle assessore Stefania Di Padova (sociale) e Graziella Cordone (politiche ambientali) – nell’area esterna del liceo Scientifico, in viale Bovio, è stato dettato esclusivamente da questioni di natura igienico-sanitaria e di decoro. Un intervento necessario anche in virtù della prossima riapertura della scuola – considerata anche la particolare sensibilità del luogo –  e che ha visto, ancora una volta, il Comune assumersi le responsabilità e andare oltre le proprie competenze. Ogni polemica, quindi, è assolutamente strumentale”. 

L’apposizione temporanea delle delle transenne – dicono – è stata necessaria proprio per garantire le operazioni volte a ristabilire e mantenere il decoro dell’area.

Per quanto concerne lo stazionamento notturno, da parte di cittadini stranieri, nel porticato della scuola – aggiungono – non è legato a situazioni di povertà, non riguarda cittadini senza un tetto,  ma è dettato  da un fenomeno, quello dell’immigrazione, generalizzato in tutte le città, che gli ultimi interventi legislativi hanno reso sempre più difficile da gestire e che non è certamente di competenza dei Comuni. La nostra Amministrazione, in ogni caso, non essendo certo indifferente a queste situazioni, ha già avuto interlocuzioni informali con la Prefettura per trovare possibili e concrete soluzioniInterlocuzioni da cui è emerso come gli stazionamenti notturni nell’area della scuola siano legati alla presenza sul territorio di stranieri in transito, in attesa di ottenere i relativi permessi per poi spostarsi verso altre realtà“.

La Prefettura, laddove possibile, li inserisce all’interno dei CAS, i centri di accoglienza straordinaria,  dove i posti disponibili sono comunque pochi e andrebbero potenziati – proseguono le due amministratrici – e sono allo studio altri interventi. Il Comune, pur non avendo competenze in merito, ha sempre fatto e continuerà a fare la sua parte e, insieme alla Prefettura, ha condiviso la necessità anche di istituire un  tavolo per cercare soluzioni condivise. Altro discorso è quello della povertà. Nelle situazioni emergenziali il Comune, insieme alle associazioni del terzo settore, garantisce l’ospitalità temporanea in albergo o in altre strutture, nelle more dell’individuazione di soluzioni stabili. Sul sociale, inoltre, l’Amministrazione ha sempre investito in risorse e progettualità. E proprio in quest’ottica si pongono i due progetti finanziati a valere sul PNRR, quelli dell’Housing First e della Stazione di posta, che mirano a prendere in carico le persone nella loro totalità. Infine, per quanto riguarda l’ordine pubblico, che non è di diretta competenza del Comune ma delle forze dell’ordine, che sempre ringraziamo per il lavoro che svolgono quotidianamente e che ha consentito di mantenere decisamente limitato ogni fenomeno rispetto alle situazioni verificatesi nelle altre città, l’Amministrazione proseguirà nella costante e puntuale collaborazione con le istituzioni preposteQuesto sia andando avanti nelle azioni di ripristino del decoro, sia continuando a preservare il rispetto delle norme igienico-sanitarie e di salute, soprattutto nei luoghi più sensibili. Il nostro territorio ha sempre dimostrato grande capacità di risposta a tutte le problematiche di carattere sociale, laddove si è realizzata la più ampia condivisione di responsabilità tra gli enti”. 

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