Le mense scolastiche riaprono a fine settembre, la Cgil critica D’Alberto

Mentre Giulianova conferma la ‘conquista di civiltà’ facendo coincidere il riavvio con la riapertura delle scuole, Teramo torna indietro: “Una contraddizione dopo aver spinto sul tempo pieno”

TERAMO – La decisione annunciata oggi con una nota dell’assessore alla pubblica istruzione Miriam Tulli, della riapertura delle mense scolastiche (delle scuole dell’infanzia e della primarie) del comune di Teramo il prossimo 30 settembre, viene fortemente criticata e bocciata dalla Cgil di Teramo.

Il Comune capoluogo, infatti a differenza di Giulianova, non ha accolto l’appello che era stato lanciato dalla stessa organizzazione sindacale lo scorso 25 luglio, affinché la data coincidesse con quella della riapertura delle scuole. Teramo in sostanza è tornata indietro rispetto a un anno fa.

La nuova assessora – scrive il segretario provinciale Cgil, Pancrazio Cordone -, con delle motivazioni che se non fossero immaginiamo riportate in un atto amministrativo non faticheranno a definire puerili, annuncia come una opportunità la riapertura delle mense scolastiche il 30 settembre, data che in alcuni casi vuol dire venti giorni dopo la riapertura delle scuole. Quindi un comune capoluogo di provincia che ha spinto sul tempo pieno, non tanto per convinzione pedagogica, ma mosso da sete di risparmio di risorse, non si fa nemmeno carico di garantire un servizio necessario a questa articolazione dell’orario scolastico”.

La considerazione induce Cordone a una serie di considerazioni che gira a Gianguido D’Alberto, nei suoi diversi ruoli di presidente regionale Anci Abruzzo e di sindaco di Teramo. Nel primo chiede “se sia il caso che lei si faccia carico di dare indicazioni ai Comuni della Regione Abruzzo affinchè non si verifichi questo disallineamento tra le date della ripresa dell’attività didattica e il servizio mensa, visto che la Regione Abruzzo delibera con congruo anticipo il calendario scolastico“.

E inoltre, un sindaco non si troverebbe d’accordo sul fatto che “le lavoratrici e lavoratori del servizio ristorazione non abbiano necessità di avere due/tre settimana di lavoro retribuito in più dopo essere state tre mesi senza stipendio?“. E perchè “le lavoratrici e i lavoratori teramani che scelgono o a cui si impone il tempo pieno, debbano provvedere con nonni e baby sitter?”.

Il segretario della Cgil chiede al sindaco D’Alberto se i teramani, che credevano di aver raggiunto “una conquista di civilità nello scorso anno scolastico“, “meritano di non vedersi proiettati di nuovo un ostacolo che credevano superato?“.

Cordone ritiene che “si ha tutto il tempo per riattivare il servizio fin dal primo giorno di scuola, si tratta di volerlo e non possiamo immaginare che un amministratore non senta il dovere di aiutare le sue cittadine e cittadine“.

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