Regolamento di conti tra magrebini al Des Artistes in piazza Martiri: volano sedie e pugni, i clienti scappano terrorizzati. E’ una città in caduta libera sotto il profilo della sicurezza
TERAMO – Ci risiamo. Di nuovo il centro storico di Teramo scambiato per una casbah e scelto (sicuramente anche senza consapevolezza e questo non fa che aggravare il senso di poco rispetto per una intera comunità) per regolamenti di conti sotto gli occhi di indifesi e terrorizzati cittadini, all’ora dell’aperitivo. Stavolta il teatro della rissa che ha coinvolto una mezza dozzina di giovani – dalle prime indicazioni sembra magrebini – è stato il bar Des Artistes, dove attorno alle 19 si è scatenato il putiferio.
Molti testimoni oculari raccontano di scontri a mani nude, qualche bottiglia impugnata a minacciare, sedie lanciate per aria e inseguimenti lungo il corso, davanti a tanti clienti del Des Artistes e caffè vicini che hanno abbandonato di corsa i tavoli e molti commercianti spaventati che addirittura si sono chiusi dentro i loro negozi. Sì, non è il centro di una metropoli, o di un quartiere malfamato di una triste periferia, è Teramo centro. Abitata e frequentata da gente tranquilla che non ce la fa più a leggere queste cose se non a viverle in prima persona, col rischio che qualcuno prima o poi si faccia male. Un giro di vite non è più rinviabile, una presa di coscienza che questa città non è più l’isola felice raccontata da sorridenti questori e prefetti, va fatta al più presto prima che sia troppo tardi.
Sul luogo della rissa sono intervenuti polizia e carabinieri ma ovviamente dopo che la banda si era dileguata, lasciando sembra uno di loro a raccontare agli investigatori di essere stato aggredito. Le indagini sono in corso ma ovviamente non sapremo come è andrà a finire, sull’esempio di quanto accaduto in via Capuani e via Raneiro: la magistratura teramana ha messo il bavaglio a tutti: evidentemente sapere che qualcuno è stato assicurato alla giustizia e tirare un sospiro di sollievo per essere stati sottratti al rischio e alla paura, non è un diritto dei cittadini teramani.