Fa tappa in Abruzzo la campagna del sindacato contro le stragi nei luoghi di lavoro: tanti feretri a terra quanti i decessi negli ultimi 4 anni
TERAMO – Erano 158 le bare esposte questa mattina in piazza Martiri della Libertà, a Teramo, durante la manifestazione della Uil contro le morti e gli infortuni sul lavoro: 158 come il numero dei morti sul lavoro in Abruzzo, dal 2020 ad agosto 2024.
Quella di Teramo è stata la tappa abruzzese della campagna nazionale di sensibilizzazione che il sindacato promuove nelle piazze delle maggiori città italiane, per interessare e coinvolgere cittadini e istituzioni sul tema ‘Mai più morti sul lavoro’. Nella piazza teramana c’erano il procuratore capo della Procura di Teramo, Ettore Picardi, il prefetto Fabrizio Stelo; il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, Antonio Duranti di Ital Uil nazionale, il segretario organizzativo Uil nazionale, Emanuele Ronzoni; il segretario generale Uil Abruzzo, Michele Lombardo e il responsabile del Dipartimento salute sicurezza e ambiente Uil Abruzzo, Valerio Camplone.
“Abbiamo scelto Teramo perché è la provincia più colpita della nostra regione da morti e infortuni sul lavoro – ha spiegato il segretario generale Uil Abruzzo Michele Lombardo – e nell’attività istituzionale di contrasto alle morti sul lavoro c’è da parte delle istituzioni, in questo territorio, un’attenzione molto decisa, tant’è che il primo protocollo sulla sicurezza è stato firmato proprio nella prefettura di Teramo. Insistiamo nel portare le bare nelle piazze – aggiunge – perché vogliamo che tutti capiscano che dietro questi numeri ci sono delle persone in carne ed ossa che perdono la vita per andare a lavorare. Quello di oggi è un atto visivo completo per dire che nel nostro Abruzzo, dal 2020, sono venuti meno 158 lavoratori, persone che avevano tutto il diritto di tornare a casa dopo il turno lavorativo. Così non è stato“.
“Colgo l’occasione per ringraziare coloro che sono intervenuti alla manifestazione di oggi – conclude Lombardo – il Procuratore e il Prefetto. C’è stata un’attenzione globale, complessiva, istituzionale, di alto livello che ci conforta e ci porta a dire che dobbiamo continuare questa nostra campagna ‘Zero morti sul lavoro‘ che non è solo uno slogan, ma è un obiettivo che dobbiamo raggiungere tutti insieme, affinché lavoratrici e lavoratori possano andare a lavorare e tornare tranquillamente nelle proprie case senza lasciare la vita o senza infortunarsi, il più delle volte in maniera grave e irreversibile“.