Gli studi sulla vulnerabilità dell’edificio (che ha celebrato 90 anni il 23 settembre…) di Provincia e Procura sono contrapposti: per il magistrato non è sicuro. La chiusura sarà lunga, forse per sempre. Ecco dove saranno sistemati studenti e personale
TERAMO – Un fulmine a ciel sereno, quello che ha colpito nel primo pomeriggio di oggi, una delle istituzioni più importanti della città: la magistratura ha sequestrato il Palazzo del liceo classico Delfico di Teramo. L’ordinanza firmata dal tribunale di Teramo in composizione collegiale (Francesco Ferretti presidente, Marco D’Antoni giudice, Martina Pollera giudice relatore) è stata notificata alle 15 ai dirigenti dei due istituti (il Liceo Classico e il Convitto Nazionale) facendo scattare l’immediata evacuazione degli studenti e alunni del solo Convitto, perchè nel Liceo non c’era attività didattica pomeridiana.
Di colpo, circa 1.200 studenti sono senza una sede scolastica.
Perchè? C’è un’inchiesta della procura teramana, condotta dal pm Davide Rosati, che si basa su uno studio peritale dei tecnici del Comitato tecnico amministrativo del provveditorato interregionale delle opera pubbliche di Lazio, Abruzzo e Sardegna, la cui valutazione dell’indice di vulnerabilità dello storico edificio (inaugurato 90 anni fa) confuta le conclusioni di quelli (due) fatti dall Provincia tra il 2017 e il 2019. In sostanza, i tecnici incaricati dalla Provincia allora, sostengono che il palazzone ha un indice tale da stare sicuri, quelli nominati dalla Procura il contrario: “Quella scuola non è sicura, nè sotto il profilo sismico, nè sotto quello statico”. Sembrerebbe cioè che gli studenti, i docenti e il resto del personale in questi ultimi 8 anni, dopo il terremoto, abbino vissuto in una costante situazione di rischio crollo.
Piazza Dante si è trasformata in una Babele. Ragazzini che addirittura piangevano spaventati, docenti e dirigente scolastica confusi, divisa tra lo sgomento per dover abbandonare la propria scuola, la loro seconda casa, e il disorientamento rispetto ai veri motivi del sequestro e del relativo sgombero, genitori affannati dopo essersi catapultati a riprendere i propri figli e poer tutti, l’incognita di come fare da domani.
Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto (accompagnato dal vicesindaco Stefania Di Padova e dall’assessore alla pubblica istruzione Miriam Tullii) con il presidente della Provincia, Camillo D’Angelo, e il suo vice Andrea Core, si sono subito messi al lavoro per trovare una soluzione all’emergenza.
Il palazzo è di propretà della provincia e tutti i lavori e la vicenda vulnerabilità sono di sua competenza. Il Comune di Teramo risponde della scuola elementare e media annessa al Convitto e dei suoi convittori (i ragazzi che stanno a pensione, che sono in totale circa una sessantina). Per una decina di giorni non ci sarà attività scolastica, in attesa di individuare quale scuola darà loro ospitalità: elementari e medie andranno tra la De Iacobis e la San Berardo e a tutti sarà garantita la mensa (per chi ne usufruiva).
Gli studenti degli indirizzi di scuola superiore saranno invece ospitati (anche loro a partire tra una decina di giorni) all’università oppure in un edificio individuato tra la Gammarana e Piano d’Accio nella zona dell’Istituto agrario.
Questa per tutti sarà una sistemazione temporanea perchè nell’impossibilità di riaprire il Liceo Classico (forse per sempre), verrà realizzata una scuola modulare per oltre 1.000 alunni tra Villa Ripa o la Gammarana o lo stesso Piano d’Accio. I lavori, ha garantito il presidente della Provincia Camillo D’Angelo, dureranno due o tre mesi e la struttura sarà disponibile dopo le vacanze di Natale.