Tutta l’area del Gran Sasso è stata perlustrata a fondo: secondo gli esperti impegnati, non ci sarebbero più speranze di trovare in vita il 34enne rosetano. Attesa a ore una decisione della prefettura
TERAMO – Con la sospensione per nebbia al tramonto del 24esimo giorno, potrebbero avviarsi a conclusione le ricerche del 34enne rosetano Giorgio Lanciotti, disperso dal 21 settembre sulle cime del Gran Sasso, dopo una escursione alla vetta orientale del Corno grande.
Una valutazione in tal senso è sul tavolo della prefettura di Teramo, in considerazione di una serie di fattori che, allo stato dell’arte, farebbero ipotizzare oramai un destino tragico di questa scomparsa. I soccorritori, impegnati in forze, a decine e con ampio utilizzo di forze tecnologiche, da oltre 20 giorni, ritengono infatti che tutta l’area interessata dal passibile passaggio del giovane escursionista sia stata scandagliata a fondo e più volte, senza per questo che si trovasse il rilievo di una benchè minima traccia. Eppure, nel corso delle ricerche, tra Calderone e Paretone in particolare, sono venuti alla luce oggetti e resti di attrezzature – appartenuti in passato ad altri escursionisti e mai recuperati -, che spiegano quanto approfondita e attenta sia stata la ricerca sul posto.
A conferma di quanti sforzi siano stati profusi finora c’è anche l’enorme mole di dati georeferenziati rilevati attraverso la tecnologia in dotazione ai soccorritori e inviati per la valutazione agli esperti di topografia associata al soccorso dei vigili del fuoco: sono riportati su una pianta digitale in cui ormai non c’è più spazio alcuno nell’intera area di ricerca che non sia stato coperto da uno o più passaggi. Oltre 2mila fotogrammi, scattati dai droni guidati in quota, sono stati inoltre analizzati anche dagli esperti di Telespazio e con il ricorso all’intelligenza artificiale, per non escludere alcun particolare eventualmente sfuggito all’occhio umano. C’è poi il limite temporale, associato ai parametri climatici che hanno caratterizzato il periodo di ricerca, con il graduale e ulteriore abbassamento della quota di zero termico sul Gran Sasso, che non fa ben sperare sul destino di Giorgio Lanciotti, dopo 24 giorni trascorsi a queste altitudini. L’abbigliamento indossato dal giovane rosetano, non è di quelli in grado di permettere la resistenza a tante notti passate all’addiaccio.
Non è dunque escluso che nelle prossime ore venga adottata la decisione di interrompere le ricerche e di disporre il rientro alla base della stazione di comando avanzato dei vigili del fuoco (da oltre 20 giorni in sosta nel piazzale Amorocchi dei Prati di Tivo) e delle squadre di soccorso in quota del Corpo Nazionale di soccorso alpino e speleologico e della Guardia di Finanza, con sospensione dei voli degli elicotteri impegnati.