La prefettura sfratta l’associazione che sfama 128 persone al giorno

Urgono i lavori al Santuario della Madonna delle Grazie e la Multa Paucis deve sloggiare. Stelo passa la patata bollente a sindaco e vescovo: “Trovate locali idonei nei vostri patrimoni”

TERAMO – I negozi di corso San Giorgio per un lungo periodo di tempo sono rimasti aperti, nonostante l’inagibilità dei palazzi sotto ai quali erano ospitati, altri ancora all’inizio del lavori di ricostruzione sono stati chiusi solo il tempo strettamente necessario e a turno. Per garantire il futuro di un’attività commerciale, anche solo una. E ci sta, giustamente. La stessa cosa sembra non valere per la mensa dei poveri gestita dalla Multa Paucis, una realtà solidale che in città si fa carico ogni giorno di sfamare 128 persone, e che continua ad essere puto di riferimento di tanti poveri e indigenti, che sanno di trovare anche un cappotto, una maglia, un paio di scarpe, una borsa.

Con il precipitoso avvio dei lavori del Santuario della Madonna delle Grazie, finanziati con il Pnrr (e la spada di Damocle sul capo per concluderli entro il dicembre del prossimo anno), la prefettura di Teramo (proprietaria dell’edificio di culto) si è sbrigata in quattro e quattr’otto, delegando alla Curia e al Comune il compito di trovare una sede alternativa alla mensa. Perchè, dice il prefetto Fabrizio Stelo, la direzione dei lavori sostiene l’assoluta incompatibilità della sua presenza con i lavori della chiesa. sicuro che sia proprio così e non ci sa soluzione? Eppure, nella lettera inviata agli enti interessati (ma non all’associazione che da anni gestisce la mensa carìtatevole nel cortile retrostante il Santuario), si valuta nel prosieguo dei lavori, la possibilità non solo di ospitare momentaneamente i fedeli nella cappellina laterale al corpo maggiore della Chiesa ma di prevedere lo svolgimento dell’attività pastorale e liturgica compatibilmente con lo svolgimento dei lavori e di termini Pnrr, in occasione dell’anno giubilare 2025. E allora non è possibile trovare una compatibilità con la mensa dei poveri, servizio definito “inestimabile” dallo stesso prefetto che tiene “nella massima considerazione le pregevoli finalità” perseguite dall’associazione di volontari e semplici cittadini con un cuore grande così?

Sembra di no. E molto sbrigativamente il prefetto si rivolge al vescovo Lorenzo Leuzzi e al sindaco Gianguido D’Alberto, affinché “verifichino la possibilità di individuare, nell’ambito del patrimonio comunale o ecclesiastico, adeguati locali ove poter ricollocare le attività di volontariato“.

Lo ‘sfratto’ (che secondo quanto scritto dal prefetto al rettore del Santuario è immediato) non è stato accettato di buon grado dai volontari dell’associazione, a cominciare dal presidente Domenico Olivieri, che denuncia la gravità di uno spostamento della mensa, non solo sotto il profilo organizzativo (“significherebbe chiuderla“) ma soprattutto sotto quello sociale e psicologico per le decine e decine di persone assistite. L’invito è a trovare una soluzione condivisa che permetterebbe alla mensa di convivere con i lavori, soluzione che non pare impossibile.

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