Parcheggio piazza Dante, il Comune vince anche al Consiglio di Stato

Riacquisizione del piano a raso: confermata in appello la sentenza del Tar contro il ricorso SoCaBi. “I provvedimenti adottati espressione di buon governo della discrezionalità amministrativa”

TERAMO – Anche il Consiglio di Stato dà ragione al Comune di Teramo sulla decisione di riacquisire al pubblico il piano a raso del parcheggio di piazza Dante. Anche il Tar dell’Aquila, nel luglio del 2022, aveva rigettato il ricorso proposto dalla società So.Ca.Bi. che impugnava la delibera con la quale l’amministrazione guidata dal sindaco Gianguido D’Alberto aveva avviato la progressiva riacquisizione della superficie esterna della piazza (al di sotto insiste un piano interrato adibito a parcheggio sotterraneo gestito dalla stessa società).

Nella sentenza pubblicata oggi, i giudici amministrativi d’appello hanno riconosciuto la correttezza del provvedimento comunale, condannando la società anche al pagamento delle spese di giudizio. In particolare, viene considerata legittima non solo la scelta adottata di affidare alla società di audit e consulenza Deloitte l’analisi finanziaria dell’operazione, ma anche l’approccio metodologico seguito da quest’ultima per la predisposizione del lavoro poi svolto.

Il collegio, in particolare, rileva  che “il Comune di Teramo, evidentemente consapevole delle multiformi sfaccettature presenti nel procedimento di revisione del PEF – che involge ambiti economici di non agevole valutazione da parte di soggetti privi delle necessarie conoscenze specialistiche – ha affidato il relativo incarico alla suindicata società Deloitte. Trattasi di scelta metodologica corretta, in quanto espressione di buon governo della discrezionalità amministrativa, che non può dunque essere censurata in questa sede”. 

Nella sentenza, sulla scorta degli atti prodotti, i giudici amministrativi evidenziano inoltre che la società appellante “per un verso ha sostenuto costi di gestione ultronei, che hanno ridotto il margine operativo netto in suo favore. Trattasi di scelta riconducibile unicamente alla propria sfera organizzativo-imprenditoriale, i cui risultati non possono pertanto che ricadere sulla sfera giuridica della società; per altro verso, è stata ampiamente remunerata dei disavanzi di gestione, attraverso una proroga novennale della gestione del servizio parcheggi. Proroga che, a termini di convenzione, non costituiva oggetto di diritto in suo favore”.

Di conseguenza, concludono i giudici, “gli impugnati provvedimenti adottati dal Comune di Teramo costituiscono espressione di buon governo della discrezionalità amministrativa, essendo emessi sulla base dei risultati dell’analisi finanziaria condotta da Deloitte, che è risultata priva di errori e/o profili di illogicità/irrazionalità nella scelta del criterio metodologico adottato, e nei relativi risultati pratico-applicativi”.

E’ ovviamente un commento di soddisfazione quello rilasciato dal sindaco Gianguido D’Alberto sulla sentenza: “Ancora una volta è stata riconosciuta la bontà dell’azione politico-ammministrativa che abbiamo portato avanti fin dal nostro insediamento – commenta il primo cittadino – sul parcheggio a raso di piazza Dante abbiamo da sempre posto una grande attenzione, fin da quando eravamo all’opposizione, conducendo numerose battaglie. Quando ci siamo insediati ci siamo attivati fin da subito per superare una situazione di stallo, frutto di anni di inerzia politico-amministrativa, in cui piazza Dante era stata lasciata completamente all’abbandono e dove la questione del parcheggio era stata gestita con continue proroghe. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di coniugare le esigenze urbanistiche della sosta con la necessità di restituire la piazza ai cittadini e adesso, dopo il TAR, anche il Consiglio di Stato ha certificato la correttezza della nostra azione. Si tratta di una vittoria della città di Teramo, che adesso ci consentirà finalmente di procedere alla riqualificazione di una piazza che rappresenta il cuore di Teramo città capoluogo”

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