Ricercata da 6 anni, fermata dopo un furto a Tortoreto

I carabinieri della stazione di Martinsicuro hanno fermato la giovane zingara, latitante dal 2018: era con altre due donne e avvicinavano anziani. In auto avevano la refurtiva dell’ultimo colpo

ALBA ADRIATICA – E’ finita a Martinsicuro, dopo 6 anni, la latitanza di una donna di etnia rom, ricercata perchè condannata a scontare due anni di reclusione per una serie di furti in abitazione nel circondario di Firenze.

L’hanno beccata i carabinieri della stazione di Martinsicuro dopo una segnalazione da parte di alcuni cittadini. Sì perchè la donna, c he è risultato vivere in un campo nomadi alla periferia di Roma, continuava a fare quello che aveva sempre fatto e che il suo curriculum penale ‘certifica’: furti e truffe, soprattutto agli anziani. E infatti stava avvicinando alcuni anziani del posto, assieme ad altre due donna, anche loro rom, quando sono state notate da alcuni cittadini che hanno avvertito i carabinieri.

Di giovane età, molto appariscenti e dall’aspetto curato, le tre zingare sono state. intercettate dai militari del’Arma nel parcheggio del centro commerciale La Torre. Erano a bordo di un’auto noleggiata a Roma.

Dal controllo dei documenti e l’incrocio con i dati del terminale, è venuto fuori il precedente della condanna a carico della giovane zingara. La perquisizione della macchina ha permesso di rinvenire vari accessori di marca, come borse e scarpe. Nel vano porta oggetti c’erano invece tre grossi cacciaviti e una lastra verosimilmente usata per aprire le serrature: In una lattina di Coca cola vuota avevano nascosto degli orecchini in oro con brillanti ed un altro paio, molto simili agli altri, erano nascosti nel risvolto del giubbotto di una delle tre. Il tutto era il bottino di un furto messo a segno in una casa di Tortoreto nel pomeriggio. La refurtiva del valore di circa 10mila euro è stata restituita al legittimo proprietario.

Tutte le tre donne sono state denunciate per concorso in ricettazione e porto di oggetti atti allo scasso, sul conto delle stesse sono state avviate le procedure per l’emissione del foglio di via obbligatorio, mentre la ricercata è stata condotta in carcere.

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