L’equipe di Gastroenterologia diretta da Carmelo Barbera ha realizzato senza intervento chirurgico un collegamento diretto con l’intestino per evitare un grave restringimento duodenale
TERAMO – È stato eseguito con successo, all’ospedale Mazzini di Teramo, un intervento senza ricorso alla chirurgia bensì con l’utilizzo di una sonda, sotto guida ecoendoscopica, per una stenosi del bulbo e della prima parte del duodeno, che da due anni impediva gravemente la corretta alimentazione di una donna di 75 anni: è stata realizzata, per la prima volta in una patologia stenosante benigna, una gastroenteroanostomosi (Gea)
Il sistema utilizzato dall’equipe di Gastroenterologia ed endoscopia digestiva diretta da Carmelo Barbera, si chiama ‘Lams’ ad elettrocauterizzazione Hot-Axios. Questa procedura innovativa rappresenta una soluzione mini-invasiva ed efficace per pazienti che non possono affrontare un intervento chirurgico tradizionale. Il caso della 75enne, affetta da una patologia stenosante benigna, è stato risolto con una ‘Gea’: i chirurghi teramani hanno creato una comunicazione diretta tra stomaco e intestino, garantendo un risultato equivalente alla chirurgia convenzionale, ma senza necessità di intervento chirurgico, con un impatto minimo per il paziente, paragonabile a quello di una gastroscopia.
Gli effetti benefici sono stati immediati: la paziente ha ripreso ad alimentarsi per via naturale, con netto miglioramento delle sue condizioni generali e della qualità di vita. “Questa procedura, solitamente utilizzata per stenosi neoplastiche, è stata per la prima volta impiegata con successo nel nostro centro per una stenosi benigna, confermando il nostro elevato livello di specializzazione e l’impegno nel garantire soluzioni innovative e personalizzate per i pazienti – spiega il direttore Carmelo Barbera -“.
“Questa nuova applicazione della ‘Gea’ amplia ulteriormente le opzioni terapeutiche offerte dall’ospedale Mazzini, con soluzioni a lungo termine che migliorano significativamente la qualità di vita dei pazienti e riducono la necessità di procedure più invasive e gravose. Con questa tecnica avanzata il centro si conferma punto di riferimento in regione per il trattamento di patologie complesse, unendo tecnologia, innovazione e competenza clinica al servizio dei pazienti – ha commentato il direttore generale Maurizio Di Giosia -“.