Divieto alla tifoseria, monta la rabbia. La società: “Offesa una città civile”

Verso Samb-Teramo. Dura la nota del club che denuncia l’incapacità di organizzare un servizio d’ordine per garantire la sicurezza in uno stadio di serie superiore

TERAMO – Nonostante la pillola possa essere resa meno amara dalla diretta streaming sul canale Youtube di SuperJ (domenica dalle 14:30), monta a Teramo la rabbia, mista a delusione, di quanti avrebbero voluto seguire da vicino uno spettacolo di sport e di colore, costituito dallo scontro al vertice del girone F di serie D tra la capolista Sambenedettese e il Teramo di Pomante, secondo in classifica.

Ma al Riviera delle Palme, a far da contraltare al colorato tifo rossoblù dell’Onda d’urto’ sambenedettese, non ci sarà nessuno. La pilatesca, per alcuni, e repressiva, per altri, ma sicuramente cervellotica per tutti, decisione del prefetto di Ascoli Piceno di ghettizzare i teramani, dividendolo tra biancorossi e simpatizzanti samb, vietando la vendita dei biglietti del settore ospiti ai residenti di 6 comuni (Teramo, Torricella, Montorio, Basciano, Castellalto e Castellalto), ha avuto il risultato di compattare ancor più la tifoseria del Diavolo.

Finalmente anche la società è uscita allo scoperto e non ha fatto sconti, arrivando a ipotizzare, nel definire ‘pilatesco’ il provvedimento amministrativo, una mancanza di competenza in chi ha deciso o, quantomeno, di incapacità a organizzare un servizio di ordine pubblico che, facilitato tra l’altro da uno stadio e una logistica da impianto supersicuro, potesse permettere a famiglie e tifosi ‘normali’, di assistere a una festa. Il club presieduto da Filippo Di Antonio, che sta affrontando una sfida improba in Serie D con ottimi risultati e vive un momento magico di classifica, che per la quarta volta in un anno si vede negare dal Palazzo il sostegno dei tifosi in trasferta (se non è un record poco ci manca…), unendosi al coro di dissenso della propria tifoseria, definisce quanto deciso “un nuovo, abietto, episodio che priva una città CIVILE di poter seguire i propri beniamini in una gara da sempre attesa“.

Negare una trasferta in un impianto tecnicamente all’avanguardia come ilRiviera delle Palme‘ – si legge tra i passaggi della nota del Città di Teramo – e unanimemente considerato alla stregua di uno dei più sicuri in Italia, dove non è mai accaduto alcunchè nei precedenti ultra-ventennali con i sostenitori biancorossi, significa conseguentemente abiurare il proprio lavoro, rinunciare ad espletare il proprio compito e astenersi dalle proprie responsabilità, quelle di tutelare l’ordine pubblico in un atteso spettacolo sportivo“.

Dopo la raffica di Daspo comminati alla tifoseria più recalcitrante, ad ultrà che in molti degli episodi contestati sono stati colpiti con numeri squilibrati rispetto agli altri partecipanti (e per di più anche provocati perchè qualcuno non ha saputo svolgere il proprio lavoro), la strategia della repressione non ha trovato giustificazione rispetto all’atteggiamento, decisamente mutato del tifo più estremista. La trasferta di San Benedetto poteva significare un gesto ancor più distensivo, per non osare dire collaborativo. E invece, a giudicare dai commenti social e da quello che si dice in città, vietare l’impossibile allarga il confine del dissidio anche a quella fetta, maggioritaria, di chi non capisce perchè debba subire un divieto, se è vero che il calcio è, lo si è detto più volte, lo sport della gente.

La nota della società Città di Teramo

Leave a Comment