Prati di Tivo, la Provincia a Finori: “La revisione spetta al gestore”

L’ente illustra quali sono i riferimenti giuridici e chiede all’imprenditore di farsi autorizzare dal tribunale e procedere

TERAMO – In una nota inviata già la settimana scorsa al custode giudiziario degli impianti di risalita di Prati di Tivo, la Provincia di Teramo, dopo una serie di approfondimenti, chiarisce gli aspetti oggetto di controversia con la ditta Marco Finori, nominato dal tribunale di Teramo gestore e custode degli impianti di risalita. Secondo quanto verificato dalla documentazione acquisita sia in Regione Abruzzo che in Asfisa (Agenzia governativa per la sicurezza delle infrastrutture dei trasporti che fa capo al relativo Ministero) la Provincia fa sapere che “la revisione decennale generale scade nel 2029 mentre risulta in scadenza quella quinquennale“.
 
L’adempimento della quinquennale (ai sensi della normativa di riferimento (DM 2003/2025 e Decreto dirigenziali MIT 8 gennaio 2016 articolo 2) – prosegue in una nota la Provincia – spetta  al direttore o responsabile di esercizio nominato dal gestore, perché solo lui ha le qualifiche professionali per procedere a queste operazioni. Naturalmente, la Provincia, in quanto proprietaria dell’impianto, si farà carico degli eventuali oneri puntualmente rendicontati“.
 
A questo proposito considerato lo specifico della figura del custode giudiziario: “poiché  la cabinovia è ricompresa fra i beni oggetto di sequestro” si ritiene che la ditta Marco Finori “per poter effettuare la revisione, non possa prescindere dalla previa autorizzazione e ogni altra indicazione da parte del Giudice”.

Infine nella nota si puntualizza quanto già detto in passato, ovvero che per gli O’bellX “la Provincia ha posto in essere tutte le operazioni necessarie al riposizionamento e resta in attesa da parte della Regione Abruzzo di indicazioni sul soggetto che sarà deputato a gestirli”, condizione non superabile, questa, visto che si tratta di un sistema che va utilizzato in remoto esclusivamente da personale specializzato e incaricato.
 
“Abbiamo atteso con pazienza di avere tutti i riscontri giuridici a quanto sostengo da mesi – sottolinea il presidente Camillo D’Angelo –. Mi auguro che l’autorevolezza delle fonti fughi definitivamente ogni dubbio. Ora chi vuole lavorare davvero per la montagna e per gli impianti di Prati di Tivo ha tutti gli elementi per farlo. Finori si farà autorizzare dal giudice per le manutenzioni, sulla base di preventivi e rendiconti puntuali noi pagheremo la nostra parte, dalla Regione dobbiamo sapere a chi consegnare gli O’bellX definitivamente chiarito che non siamo i proprietari”.

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