Piazza Garibaldi, la fontana della discordia secondo Valdo

Alla vigilia dell’inaugurazione della nuova struttura, attraverso la sua lista civica l’ex assessore denuncia il cambio di progetto e la rinuncia a un ritorno… all’antico

TERAMO – Alla vigilia dell’inaugurazione della nuova struttura centrale di piazza Garibaldi dopo il restyling che porterà anche alla ristrutturazione della sala ipogea, in particolare dalle infiltrazioni d’acqua, il palcoscenico viene occupato dalle polemiche su quello che poteva essere il nuovo aspetto estetico della piazza e non sarà. Nonostante il rendering fosse stato diffuso e pubblicato, e dunque già noto, due anni fa (con la sola eccezione della scomparsa della stele con la scritta ‘Città di Teramo’), si accavallano commenti e soprattutto critiche.

Una di quelle che fa più rumore è quella che arriva dal gruppo civico Teramo Vive, del già assessore all’ambiente e alle manutenzioni Valdo Di Bonaventura, che trova occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa dopo la defenestrazione della giunta da parte del sindaco D’Alberto. Pur riconoscendo l’utilità di questo restyling, sotto il profilo del miglioramento estetico, “rendendolo più accattivante grazie all’installazione di getti d’acqua a terra“, per il ritorno del datario e per un’illuminazione potenziata, Teramo Vive ritiene che l’intervento sia una occasione persa “per restituire alla città un simbolo caro ai teramani: la  fontana centrale della piazza“.

Il progetto originario, firmato dall’architetto Cafà su incarico dell’ex assessore Di Bonaventura – si legge nella nota -, includeva proprio la realizzazione di questa fontana. Tale proposta è stata accantonata quando la gestione dell’opera è passata dall’assessorato alle manutenzioni a quello dei lavori pubblici (Giovanni Cavallari, ndr). In quell’occasione, si decise di affidare l’incarico a un nuovo progettista, che elaborò un progetto completamente diverso, con il consenso dell’allora assessore Cavallari e dell’attuale sindaco D’Alberto“.

Questa scelta ha privato la città di un elemento identitario, molto amato dai cittadini. Coinvolgere la comunità nella decisione avrebbe potuto trasformare piazza Garibaldi in un luogo ancora più rappresentativo e valorizzare ulteriormente uno spazio di grande importanza per l’ingresso alla città – è il parere di Teramo Vive -. Il risultato finale, seppur accettabile sotto molti aspetti, lascia un senso di incompiutezza e il rimpianto per ciò che poteva essere realizzato: la fontana come da foto“.

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