Sei teramani rinviati a giudizio per la frode ad un’anziana invalida: tra loro il notaio Giovanni Battista Bracone e il medico Domenico Tinacci (che ha patteggiato). La Finanza sequestra a Giulianova una villa da 650mila euro
TERAMO – Prendi un notaio, un medico e un tecnico compiacenti (per non dire infedeli), trova due testimoni corrotti ed ecco che diventa facile portare a casa qualche frode, raggranellando diverse decine di migliaia di euro.
L’ennesima bufera su transazioni e atti notarili farlocchi è stata scoperta dalla guardia di finanza di Giulianova, che ha indagato sei persone – adesso rinviate a giudizio dal gip Roberto Veneziano (il pm è Monia Di Marco) – tra le quali il notaio Giovanni Battista Bracone e il medico in pensione Domenico Tinacci. Al centro della frode, una villa di via Tasso 33 a Giulianova, sottratta ‘col trucco’ a 30mila euro all’anziana proprietaria allettata – incapace di intendere e volere e deceduta nel corso della vicenda – e rivenduta a 650mila euro.
La vicenda risale al 2023 e alla base della truffa ci sarebbero atti notarili falsi, ovvero una procura speciale a vendere, supportati da un certificato medico anch’esso falso e firme apocrife che avrebbero permesso il passaggio del cespite dalle mani della vecchia – incapace di intendere e volere ma per il medico assolutamente presente e vigile -, per l’irrisoria somma di 30mila euro. Addirittura il notaio scrive nell’atto che la somma è stata versata nelle mani dell’anziana invalida, quando costei era invece già deceduta un anno prima.
Per portare il valore della villa così in basso, è stato utile l’intervento del tecnico. Costui, secondo la ricostruzione della Finanza, non avrebbe mai visto l’immobile, tuttavia è in grado di certificare come la costruzione si trovasse “in pessimo stato di conservazione e di manutenzione per vetustà e abbandono, inabitato e inabitabile…”. Il gioco è fatto? Ancora no. Serve un altro gioco di prestigio del notaio, che avrebbe poi falsamente attestato di aver ricevuto una ratifica dell’atto da parte della figlia della donna, che non avrebbe quindi potuto vantare alcun diritto sull’immobile. Non solo. Avrebbe attestato anche che la donna non fosse in grado di sottoscrivere l’atto “perché affetta da indebolimento degli arti superiori”, circostanza completamente smentita ai finanzieri dalla diretta interessata.
Con lo stesso metodo il notaio e un altro soggetto hanno stipulato la compravendita di due immobili di proprietà di un soggetto fragile, tutelato da un amministratore di sostegno ricoverato presso una struttura abitativa di emergenza (Sae), anch’egli inconsapevole della cessione dei suoi beni.
Il Tribunale di Teramo, all’esito di indagini svolte dai militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Giulianova, ha disposto il sequestro preventivo della villa, dal valore di mercato stimato in 650mila euro, che costituisce il profitto illecito della truffa. In sede di udienza preliminare, l’Autorità Giudiziaria ha disposto il rinvio a giudizio di sei indagati, che dovranno difendersi dalle accuse di falso in atto pubblico e truffa. Il dottor Tinacci ha già patteggiato la pena e, come si legge nella relativa sentenza, è stata dichiarata anche la falsità dei certificati medici.