Prati di Tivo, il liquidatore Di Natale si è dimesso dalla Gst: “Ho subito pressioni”

E’ stato lo stesso commissario ad annunciarlo nell’assemblea dei soci stamattina: “Devo tutelare i miei famigliari”. Intanto nella causa contro Finori il giudice civile deciderà a maggio

TERAMO – Nell’infinto svolgimento della sua vicenda, il ‘caso Prati di Tivo’ fa registrare un’altra improvvisa novità: si è dimesso dall’incarico Gabriele Di Natale, il commissario liquidatore della Gran Sasso Teramano, la società partecipata da Provincia, Regione, Comuni di Pioetracamela e Fano Adriano, Camera di commercio e Asbuc di Pietracamela e Intermesoli, proprietaria degli impianti di risalita dei Prati di Tivo e Pratoselva.

E’ stato lo stesso Di Natale a comunicarlo nel corso dell’assemblea dei soci di questa mattina, tenutasi alla Camera di commercio, definendole anche irrevocabili. E’ stata anche convocata l’assemblea straordinaria che dovrà procedere alla nomina del suo successore, molto probabilmente nella persona di Mauro Sacco – a meno di ulteriori revoche da parte degli azionisti -, attualmente delegato ai rapporti con gli enti della Gst.

Di Natale, 56 anni, che ricopre anche l’incarico di presidente della Poliservice, era stato nominato l’8 ottobre 2018, dopo le dimissioni di Sergio Saccomandi e si era già presentato dimissionario all’assemblea in due occasioni, nell’ottobre del 2021 e nel dicembre del 2023: in entrambi i casi erano state respinte e l’amministratore era stato invitato a restare al suo posto.

Le motivazioni alla base della sua decisione sembrerebbero molto gravi e non hanno una ‘matrice’ politica: lo stesso Di Natale non ha voluto approfondire maggiormente in assemblea, ma si è limitato a rivelare di aver ricevuto pressioni personali e che è suo esclusivo compito “tutelare le persone vicine a me“.

La decisione, già di per sé clamorosa, giunge tra l’altro all’indomani della decisione del giudice civile del tribunale di Teramo, Lorenza Pedullà, di fissare al prossimo 12 maggio l’udienza finale nella causa che vede contrapposti il gestore-custode degli impianti di risalita dei Prati di Tivo e di Pratoselva, Marco Finori, e proprio al Gst: il giudice emetterà la sua sentenza in quella data, come specificato nel verbale dell’udienza di martedì 11 marzo. Nel frattempo ha revocato la decisione del precedente giudice di nominare i due consulenti tecnici d’ufficio per la valutazione da un lato delle proprietà della Gst, dall’altro dei danni che Finori riteneva di aver subìto con l’esclusione dalla vendita dei beni e che richiedeva alla Gran Sasso Teramano.

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