Il presidente della Provincia a proposito del voto favorevole condizionato: “Gli impegni che chiedete li ho già presi da tempo davanti alla città”
TERAMO – E’ costretto a ripetersi ancora una volta, dopo aver spiegato in tante sedi, il presidente della Provincia Camillo D’Angelo, per rispondere ai consiglieri comunali ‘dissidenti’, Valentina Papa e Simone Mistichelli, sulla questione Delfico alla Cona.
Lo fa quando affronta uno degli aspetti sollevati dai due consiglieri di maggioranza assenti al momento del voto in Consiglio comunale sul permesso a costruire in deroga del nuovo Convitto alla Cona: il voto favorevole al provvedimento qualora la Provincia si impegnasse “a svolgere senza ritardi le perizie suppletive e a presentare celermente la ormai famosa istanza di dissequestro, unitamente al solenne impegno a consentire il rientro degli studenti nella struttura sino all’inizio dei necessari lavori e, se tecnicamente possibile, a permettere il funzionamento del Delfico anche durante l’esecuzione delle opere necessarie”. D’Angelo lo ripete: “Ciò che voi chiedete e pretendete corrisponde pedissequamente ad impegni che ho già ripetutamente e formalmente assunto dinanzi alla città, ma che rinnovo in questa sede senza infingimenti: è impegno preciso della Provincia percorrere ogni strada tecnico-giuridica per giungere al dissequestro dell’edificio del Liceo Delfico; è impegno puntuale della Provincia quello di consentire il rientro degli studenti nella struttura sino all’inizio dell’appalto di riqualificazione sismica; è impegno formale della Provincia, qualora tecnicamente possibile, quello di consentire l’utilizzo dell’edificio anche durante l’esecuzione dell’appalto, eseguendo i lavori per lotti funzionali“.
Il presidente della Provincia non può però esimersi dal criticare l’atteggiamento dei due consiglieri della maggioranza di D’Alberto, che parlano del loro “impegno esclusivamente civico” ed estraneo ad “alcuna cordata, corrente, gruppo e gruppuscolo”, ma non si comprende allora, secondo D’Angelo, “come mai non abbiate utilizzato lo scranno del Consiglio per esporre il Vostro libero pensiero, proprio durante la seduta nella quale io stesso ero presente fra il pubblico proprio per ascoltare la voce dei rappresentanti eletti dai cittadini sul merito della questione”. Insomma, l’esser presenti fisicamente in aula ma non rispondere per risultare strategicamente assenti e senza spiegare il motivo, “può risultare quantomeno irrituale e forse un pochino irrispettoso dei colleghi e della comunità teramana“, secondo il presidente della Provincia.
Sul dissequestro dello storico edificio di piazza Dante, D’Angelo riferisce che proprio nella mattina di giovedì 13 marzo, “ho ricevuto in Provincia una delegazione degli Ordini professionali teramani (nella specie Architetti, Ingegneri, Geologi e Avvocati), ai quali serenamente ho esposto tutte le documentazioni e le tempistiche delle procedure in corso di svolgimento, senza alcuna omissione o reticenza. Questo solo esempio dimostra che invocare i misteri di Ustica e del delitto Moro è una mistificazione oggettiva che non trova riscontro nella realtà fattuale, specie se Voi medesimi mai abbiate chiesto carte e spiegazioni su ciò che non vi appariva chiaro della vicenda (carte e spiegazioni che sono a Vostra completa disposizione, ovviamente)”.
Ribadendo che non ha mai negato “parola e ascolto di chiunque abbia qualcosa da dire sulla vicenda“, D’Angelo conclude. esprimendo un dubbio: “Non approvare un provvedimento che consenta di costruire la sede provvisoria del Delfico è una rappresaglia politico-amministrativa che non comporta automaticamente di riaprire la sede di Piazza Dante, bensì produce l’effetto di non permettere alla comunità scolastica di avere una casa provvisoria dove esercitare le attività didattiche, di studio, di socializzazione e di residenzialità, contestualmente al fatto che Piazza Dante resti comunque interdetta a qualsivoglia attività umana“. Non esiste cioè relazione, secondo la quale – dice D’Angelo – “se non si costruisce nulla alla Cona allora Piazza Dante riaprirà e se, al contrario, si autorizza la costruzione alla Cona per ciò solo Piazza Dante non riaprirà. Purtroppo non è così e mi dispiace che qualcuno, evidentemente in malafede, cerchi di attribuire la propria malafede al sottoscritto che, come è evidente, ha tutto l’interesse a far riaprire il prima possibile il Liceo dove ho studiato e sono cresciuto“.