Trent’anni fa si candidò Sperandio: fu il primo sindaco eletto dai cittadini

Dopo tre mesi di commissariamento della giunta Gatti (interdetta dal giudice per la vicenda dei ‘fuoriposto’) il candidato del centrosinistra corse con le nuove regole del suffragio diretto del post-Dc

TERAMO – Era il 21 marzo del 1995, trent’anni fa. Nella sala consiliare del municipio di piazza Orsini, viene presentato il candidato del centrosinistra alle elezioni del 23 aprile per il rinnovo del Consiglio comunale: è Angelo Sperandio. A Teramo la tornata elettorale di questa data è epocale per due motivi. Per la prima volta infatti, i cittadini possono votare direttamente il primo cittadino (suffragio diretto) e a teramo in particolare è la prima volta che si va alle urne perchè il sindaco è caduto perchè la sua giunta è stata estromessa dalla magistratura.

Si vioterà infatti il successore di Antonio Gatti, della Democrazia cristiana, subentrato in corsa appena due anni prima – propri.o in virtù delle vecchie regole elettorali -, al collega di partito Pietro D’Ignazio. Una volta si poteva fare. Gatti però viene travolto con i suoi assessori dall’inchiesta sui cosiddetti ‘fuoriposto’, ovvero per aver approvato una delibera che manteneva in mansioni superiori alcunii dipendenti comunali con assunzione di livello inferiore, contraddicendo un provvedimento del segretario generale comunale che li aveva ‘retrocessi’. Un esposto di un partito di opposizione, determina l’intervento della magistratura (il pubblico ministero allora era Paolo Pompa, il procuratore Cristoforo Barrasso, il gip Aldo Manfredi), che il 16 gennaio 1995, sospese dalle funzioni 7 dei 9 componenti dell’esecutivo, compresi sindaco e vice, alla vigilia dell’approvazione del bilancio di previsione. Il prefetto Michelangelo Di Bello nominò il viceprefetto dell’Aquila, Giuliano Lalli, nel ruolo di commissario prefettizio.

Alle urne dunque si andrà con il nuovo sistema elettorale, quello previsto dalla legge n. 81 del 25 marzo 1993 – tutt’ora in vigore – che aveva completamente stravolto il precedente assetto istituzionale degli enti locali. Fin dal secondo dopoguerra, la legge aveva previsto che gli elettori scegliessero i componenti del Consiglio, votandoli sulla base di liste di partito o movimento. I consiglieri, una volta insediati, avrebbero scelto tra le loro stesse fila il nuovo sindaco e gli assessori, sulla base di accordi politici tra i partiti che avrebbero costituito la maggioranza. Il sindaco poteva poi dimettersi – per ragioni personali oppure politiche – o essere sfiduciato dalla sua stessa maggioranza: a quel punto, il Consiglio comunale ne nominava un altro in base agli accordi tra le forze politiche (ma in mancanza di un accordo si andava a nuove elezioni dopo un periodo di commissariamento prefettizio). gennaio si vota in base alle nuove regole della legge elettorale varata.

Sperandio verrà scelto dai teramani rispetto agli altri tre candidati (Vincenzo Campli per Forza Italia-Polo popolare, Alleanza Nazionale e Ccd), Fausto Lucca di Rifondazione comunista ed Enzo D’ignazio della lista civica) con il 50,8%. Resterà in carica per due mandati, fino al 14 giugno 2004.

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