Manola Di Pasquale: “Matteo, simbolo di un disagio ignorato”

Il dolore e lo choc per la vicenda del 19enne caduto dal ponte solleva riflessioni e interrogativi sul sistema assistenziale della salute mentale. L’intervento dell’avvocato e politico che ieri era sul luogo del dramma

TERAMO – Si discute attorno al caso di Matteo, il 19enne che ieri sera ha cercato la morte dal ponte di San Ferdinando, riportando traumi gravissimi che ne potrebbero pregiudicare la normale vita di relazione in futuro. Ne discute sui social la comunità cittadina, colpita dolosamente da un episodio che vede protagonista un figlio, un giovanissimo, che diventa simbolo di un disagio purtroppo conosciuto ma di cui spesso non ci si prende cura o, peggio, non si valuta nella giusta dimensione.

E una riflessione la consegna alla comunità anche Manola Di Pasquale, avvocato e politica del Pd, anche per un coinvolgimento diretto nella vicenda: ieri sera in quei momenti drammatici, ha scorto il giovane Matteo sul ponte, attorniato da altri giovani e poi ha appreso della brutta notizia.

Per te, Matteo prego. Perché tu possa guarire. Perché la tua sofferenza e la tua storia ci costringa a guardare in faccia la realtà e ad agire, subito – scrive Manola Di Pasquale -. La vicenda di Matteo è il simbolo di un disagio giovanile sempre più diffuso e ignorato. Matteo è ora ricoverato, e a lui va il nostro pensiero, la nostra vicinanza, e il nostro augurio più sincero di guarigione. Ma non possiamo restare in silenzio. Quello che è accaduto ci interroga come comunità, come istituzioni, come esseri umani. Nel nostro territorio – dice l’avvocato Di Pasquale – si moltiplicano i segnali di un malessere profondo: ragazzi in crisi esistenziale, in fuga da sé stessi, che cercano aiuto ma troppo spesso non lo trovano. Il sistema sanitario – e in particolare l’ambito della salute mentale – non è più in grado di rispondere in modo adeguato. Mancano medici, mancano centri specializzati, mancano posti nei reparti di psichiatria. Gli operatori sono al limite, e le famiglie vengono lasciate sole, senza strumenti.

Non voglio parlare di un gesto estremo. Matteo non ha scelto. Matteo era vittima di una sofferenza a cui la società e il sistema sanitario avrebbero dovuto dare risposta. Ieri sera tornando a casa ho incrociato per caso i suoi occhi era sul ponte aveva intorno alcuni giovani, mentre attendevano i soccorsi. Ho sperato che non accadesse nulla, e quando ho saputo che era stato raccolto sotto il ponte e che era stato ricoverato, ho provato dolore, ma anche un senso di urgenza. Si poteva fare di più. Si doveva fare di più.

Il nostro sistema socio-sanitario è al collasso – dice Manola Di Pasquale -, afflitto da sprechi, scarsità di risorse e da una cronica disattenzione verso le fragilità. Matteo è il volto di tanti ragazzi e ragazze che chiedono aiuto e troppo spesso trovano solo silenzio. È il simbolo di una generazione che non può più essere ignorata e lasciata sola. Serve un cambio di rotta. Servono investimenti concreti nella salute mentale, nei servizi territoriali, nel supporto alle famiglie. Serve una politica che sappia ascoltare e agire, prima che sia troppo tardi. Mi piacerebbe vedere sul viso dei nostri giovani solo gioia e spensieratezza“.

One Thought to “Manola Di Pasquale: “Matteo, simbolo di un disagio ignorato””

  1. Rr

    Caro avvocato di pasquale i suicidio di questo periodo sono vittime di. Un disagio sociale economico che parte da lontano ma che coinvolge la nostra città ormai degradata priva di prospettive future per giovani dove regnano tentazioni forti di alcol droga e dove valori e principi sani sono tramontati…molto si può fare da parte delle istituzioni in primis da parte dei comuni invece nulla è stato matto e il. Disagio è tangibile

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