La neonata associazione ‘Ambiente e Sicurezza’ prosegue nella sua avversione all’investimento da 30 milioni di euro della TeAm, svelando un ‘doppiopesismo’ da tifoseria
TERAMO – Hanno vissuto per oltre trent’anni al confine con un monumento all’aggressione indiscriminata all’ambiente, quell’inceneritore che tra un pò (si spera al più presto e grazie proprio alla TeAm) sarà soltanto il ricordo di un ecomostro eredità degli anni ’90, ma non si sono mai degnati di alzare un dito. Al contrario, nell’imminenza di un investimento che costituisce allo stesso tempo rivoluzione green e ricerca della riduzione dei costi a favore del cittadino, boicottano sul nascere il progetto del biodigestore di contrada Carapollo con ogni tipo di (non documentata) avversione.
Ma al contrario degli allora ‘nudi e puri’ avversari del Lotto 0 di pannelliana memoria – ricordate gli ambientalisti che si incatenarono a Ponte a catene per impedire la partenza del cantiere della indispensabile tangenziale che provocò un ritardo epocale nella sua realizzazione? – la neonata associazione ‘Ambiente & Sicurezza Città di Teramo’ presieduta dall’avvocato Antonella D’Angelo Gallo, tradisce un secondo fine della propria iniziativa ambientalista con cui si oppone alla realizzazione del biodigestore, non proprio nobile: il sostegno all’attività di un biodigestore di proprietà e gestione privata, a Mosciano.
E’ stato spiegato con ingenuo candore nella conferenza stampa di esordio, è stato ribadito nel comunicato stampa diffuso nelle ultime ore, quando si definisce ‘bomba ecologica’ il costruendo impianto di Carapollo, contrapponendolo all’utile supporto alla gestione dei rifiuti costituito dall’omologa struttura esistente a Mosciano. Non è sfuggito alla stampa, non sfugge all’opinione pubblica, non viene accettato dalla Team: il presidente Sergio Saccomandi lo definisce ‘doppiopesismo‘. Che alla fine svela quello che vorrebbe rappresentare un significato ‘alto’ e nobile dell’iniziativa, ma altro non è che “un’avvilente presa di posizione che sfiora i modi della tifoseria“.
Il disegno è chiaro: perchè costruire un biodigestore a Teramo, di proprietà e gestione comunale cioè pubblica (perchè è della Teramo Ambiente), quando invece si potrebbe utilizzare quello che il privato ha costruito a Mosciano? Per sostenere il quesito l’Associazione ha prima sollevato dubbi sulle distanze dal centro abitato e sulla documentazione non allegata al progetto, adesso si appresterebbe (anticipando un’altra conferenza stampa in pochi giorni) a suggestionare l’opinione pubblica circa la non approvazione della cosiddetta Via (valutazione di impatto ambientale). Ma un’approfondita lettura del comunicato che accompagna la convocazione svela ancora altre contraddizioni che certo non corroborano la genuinità dell’iniziativa ambientalista: a partire dal titolo che definisce ‘bomba ecologica’ il biodigestore teramano. Strano, che quello di Mosciano o di decine di altre zone d’Italia dove l’esperienza va avanti da anni, non lo siano…
L’associazione scopre che il sito sarebbe inquinato e che non è possibile costruire sul sito inquinato. Ben venga allora la costruzione del biodigestore: servirà a bonificare questa area, dove appunto (ma forse l’Associazione non ne conosce l’esistenza) sorge l’ecomostro, l’inceneritore. Che sparirà, che lascerà spazio a. un impianto che raccoglierà i nostri rifiuti, li trasformerà in energia e abbatterà soprattutto i costi di smaltimento. O dovremmo pagarli al privato di Mosciano?
Ecco la risposta della Teramo Ambiente alle contestazioni dell’Associazione, attraverso le parole del presidente Saccomandi:
“Stupisce e non poco l’attenzione che una neonata associazione ambientalista continua a dedicare al progetto del Biodigestore di Teramo, impianto di straordinaria importanza nella futura gestione dell’intero ciclo dei rifiuti, riconosciuta anche dalla stessa approvazione di un finanziamento PNRR di quasi 30 milioni di euro.
“Stupisce, ovviamente, non per lo scopo “alto”, che è al difesa dell’ambiente, ovvero la ragione stessa di esistenza della TeAm (quasi 75% di raccolta differenziata), ma per la curiosa interpretazione che l’associazione ne offre, con un doppiopesismo che ne vanifica lo scopo “alto” riducendola ad una avvilente manifestazione di prese di posizione che sfiorano i modi della tifoseria.
“Com è possibile, infatti, che quello stesso impianto che a Teramo viene considerato dall’associazione una ‘bomba ecologica’, a Mosciano divenga invece un utile supporto alla gestione dei rifiuti?
“Com’è possibile che un impianto, che a Teramo sarà di proprietà e gestione pubblica, con gli intuibili effetti positivi sia nella gestione dei rifiuti sia nei costi che sostengono le famiglie teramane, sia ‘pericoloso’ mentre quello di proprietà e gestione privata, che produce effetti positivi solo sul bilancio aziendale e per le famiglie degli imprenditori proprietari, sia invece una soluzione efficace?
“Stupisce anche li fatto che, nell’interpretazione dell’ambiente da difendere, l’associazione manifesti timori solo per li progetto futuro e non gil evidentissimi danni di un passato, che ha lasciato in eredità ala Teramo di oggi un inceneritore dismesso e un sito compromesso, che proprio grazie alla costruzione del nuovo biodigestore, sarà riqualificato.
“Non stupisce, invece, l’affannosa ricerca di visibilità, al rincorsa al clamore sui social, l’allarmismo ad uso del web, che sembra essere lo scopo primo di un’associazione che, nel tentativo di precorrere i tempi, diffonde oggi un comunicato datato 24 marzo“.