UniTe, con il sostegno di Arpa Abruzzo, passa al secondo step della ricerca che aveva esaltato il valore dello ‘sdijuno’: nasce una biobanca. Nella regione sono 165 con un secolo di vita alle spalle
TERAMO – I protagonisti della ‘Blue zone’ abruzzese, i centenari nostrani che hanno in comune quel virtuoso comportamento alimentare esaltato dal progetto di ricerca dell’Università di Teramo noto come ‘CenTEnari’, saranno ancora protagonisti del secondo step della ricerca, quello che porterà alla creazione di una biobank per l’analisi dei biomarcatori, che permettono di valutare lo stato di salute e il processo di invecchiamento cellulare.
Questo nuovo sforzo sarà possibile grazie al sostegno di Arpa Abruzzo, nell’ambito del programma multidisciplinare dell’agenzia ambientale regionale ‘Abruzzo regione del benessere’. In questa seconda fase, come ha spiegato il professor Mauro Serafini, ordinario di Sciente tecniche e dietetiche applicate di UniTe, promotore e coordinatore del progetto, lo studio analizzerà le caratteristiche metaboliche, genetiche e nutrizionali dei centenari e nonagenari abruzzesi, con l’obiettivo di individuare i fattori chiave della longevità e fornire alla popolazione raccomandazioni utili per preservare la salute e favorire un invecchiamento sano.
Stamattina, alla presentazione nella sala consiliare della Provincia di Teramo, oltre a Serafini c’erano anche il direttore tecnico di Arpa Abruzzo, Massimo Giusti e il direttore amministrativo dell’Agenzia ambientale, Raimondo Micheli.
Il progetto, che avrà una durata triennale vede il coinvolgimento di un team multidisciplinare di ateneo che analizzerà il legame tra alimentazione, metabolismo e longevità. Un’attenzione particolare sarà dedicata alla dieta tradizionale abruzzese e alla pratica dello ‘sdijuno‘, il pasto abbondante di metà mattina che garantiva un digiuno notturno di 14-16 ore, anticipando i principi delle moderne diete basate sul digiuno intermittente.
La ricerca partirà con una fase pilota nella provincia di Teramo, per poi estendersi all’intero Abruzzo. In Abruzzo sono 165 coloro che hanno superato il secolo di vita, 1.183 quelli tra i 95 e i 100 anni, 4.258 chi ha tra i 90 e i 95. Saranno reclutati almeno 30 centenari, ai quali verranno analizzati parametri nutrizionali, metabolici ed epigenetici, ovvero indicatori dello stato di salute legati all’alimentazione, al metabolismo e alle modifiche chimiche del DNA che regolano l’attività dei geni senza alterarne la sequenza. I dati saranno confrontati con quelli di un gruppo di controllo composto da almeno 50 soggetti tra i 30 e i 55 anni. Verranno inoltre raccolti campioni biologici (sangue, saliva, urine e feci) per creare una biobank, utile all’analisi dei biomarcatori della longevità, ossia indicatori biologici che permettono di valutare lo stato di salute e il processo di invecchiamento cellulare.
Un altro aspetto chiave del progetto riguarda lo studio delle ricette tradizionali consumate dai centenari, con un’analisi del loro profilo nutrizionale e del potenziale effetto infiammatorio attraverso modelli sperimentali. “La regione Abruzzo – spiega il professor Serafini – si caratterizza per una biodiversità agroalimentare di primo piano, basti pensare alla contemporanea presenza di alimenti di origine vegetale e animale (carne e pesce) che hanno portato ad una ricchezza enogastronomica in termini di piatti e di ricette che hanno caratterizzato la regione sin dall’antichità. Questa alimentazione del passato – conclude il docente – include molte delle caratteristiche nutrizionali e funzionali della dieta mediterranea caratteristica del nostro paese negli anni 70, diventata Patrimonio dell’Umanità UNESCO, modello nutrizionale e sostenibile associato alla longevità”.
Il progetto si articolerà in più fasi: mappatura dei centenari e nonagenari dei comuni abruzzesi, approvazione del protocollo di studio, attivazione del dottorato e dei contratti di ricerca, e creazione della biobank. L’analisi dei dati permetterà di identificare modelli alimentari e biologici associati alla longevità, offrendo spunti per promuovere stili di vita sani.
“La straordinaria presenza di nonagenari e centenari in Abruzzo – afferma Massimo Giusti, direttore tecnico di ARPA Abruzzo – ci ha spinto a includere nel progetto la creazione di una biobanca. Questa banca dati – continua Giusti – ci permetterà di approfondire le caratteristiche metaboliche, genomiche, funzionali, ambientali e nutrizionali della popolazione abruzzese, con l’obiettivo di identificare i fattori che contribuiscono alla longevità e rendere queste informazioni accessibili alla comunità. Inoltre – conclude – è fondamentale tutelare la biodiversità dei luoghi in cui vivono i centenari, poiché ambienti ricchi di ecosistemi, non solo supportano l’equilibrio ecologico ma, come dimostrano recenti studi condotti da università americane, hanno un impatto positivo sulla salute e sulla qualità della vita, favorendo una longevità sana”.
Oltre all’impatto scientifico, CenTEnari punta a valorizzare il patrimonio gastronomico e culturale dell’Abruzzo, promuovendo il legame tra cibo, salute e territorio anche attraverso iniziative di divulgazione e turismo enogastronomico. I risultati verranno presentati in convegni e pubblicazioni scientifiche e condivisi con la comunità attraverso eventi pubblici.
ASCOLTA IL PROFESSOR MAURO SERAFINI COORDINATORE DEL PROGETTO
