Prodotti dai paradisi fiscali, evasione per 66 milioni di euro

TERAMO Orologi, cellulari, sistemi hifi, ma anche abbigliamento e prodotti del settore tessile, acquistati e importati dai cosiddetti 'paradisi fiscali'. Sono i settori commerciali in cui 14 aziende del Teramano erano attive e in cui erano riuscite ad accumulare componenti negativi di reddito per un ammontare di oltre 66 milioni di euro, con una evasione dell'Iva di 6 milioni e mezzo. Il nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Teramo li definisce evasori paratotali e ha rimesso un rapporto alla magistratura denunciando 9 persone, titolari o componenti dei Cda delle 14 aziende, per dichiarazioni infedeli e chiesto alla direzione regionale delle entrate l'emissione di provvedimenti cautelari a garanzia del credito erariale nei confronti delle società coinvolte nell'indagine, denominata 'Black list'. Il ciclo operativo delle fiamme gialle dirette dal capitano Ercole Caracciolo, è durato dal 6 settembre allo scorso 6 dicembre e ha analizzato i movimenti commerciali, attraverso le dichiarazioni dei redditi, di 16 aziende in rapporti di commercio per forniture dai Paesi come Hong Kong, Malesia, Libano, Cipro, Oman e Isola di Man. L'immissione in commercio di prodotti e materie prime provenienti da questi Paesi, definiti dallo Stato italiano a fiscalità privilegiata, avrebbe causato gravi diseconomie alle imprese della Comunità europea che producono identici beni ma di qualità sicuramente superiore. Le aziende teramane hanno inserito il movimento finanziario con questi Paesi tra gli elementi di reddito deducibili ma senza indicarne provenienza e tipologia come previsto dalla legge. Da qui l'evasione, con gli importi davvero notevoli recuperati a tassazione.