Contrada Carapollo, paesaggio lunare

TERAMO I danni sono ingenti e in alcuni casi si tratta di conseguenze non solo economiche ma anche affettive. Il rogo di contrada Carapollo di oggi pomeriggio ha messo a dura prova il lavoro dei pompieri e della protezione civile ma anche il cuore di numerosi piccoli proprietari di terra e animali che hanno visto in poche ore bruciare tutto quello che avevano. L'incendio è stato domato soltanto dopo le 20 e sul posto continua la bonifica dei tratti vicino alle abitazioni. Un nucleo abitativo lungo la strada, la famiglia Taraschi, è stata costretta a lasciare la loro abitazione minacciata dalle alte lingue di fuoco (nella foto ciò che resta dell'autodemolizione). Le fiamme hanno distrutto due trattori, una macchina e alcuni animali. L'abitazione è vicina all'autodemolizione che ha preso fuoco nel pomeriggio: qui il rogo ha distrutto tutto, stabile e recinto di autovetture, compresi pezzi di ricambio e pneumatici. Nel fragore di frequenti esplosioni di serbatoi e gomme, i vigili del fuoco hanno combattuto una strenua battaglia contro le fiamme e il vento di scirocco che alimentava di nuovo i focolai una volta spenti. Tutto questo mentre le gabbie di molti animali da cortile sull'altra sponda del fiume Tordino, morivano carbonizzati sotto lo sguardo impotente dei proprietari, a secco di acqua anche per la mancanza di energia elettrica che alimentava le pompe. Per alcune ore sono stati vissuti momenti di vero e proprio panico e la rabbia di alcuni contadini è esplosa forte e cieca: le loro invettive sono state rivolte verso i mezzi antincendio, ritenuti insufficienti e tardivi nell'intervento. La verità e che ieri, tra la montagna e il mare sono stati decine gli interventi e il personale dei vigili del fuoco è ridotto all'osso. Quanto ai velivoli antincendio non è stato possibile utilizzarli per la concomitante emergenza incendi nel Chietino. I lanci tentati dall'elicottero dei vigili del fuoco che pescavano acqua nel vicino lago Cardeli sono stati inutili per l'alta colonna di fumo che impediva la migliore visibilità e la possibilità al velivolo di volare a bassa quota sui roghi.