MOSCIANO – Sviluppo Italia Abruzzo chiude e tutti i dipendenti saranno licenziati. E’ l’ennesimo grido di allarme che arriva dal mondo del lavoro e dell’economia abruzzese. I licenziamenti sono conseguenza della messa in liquidazione dell’azienda, che si occupa di favorire la creazione di imprese nonchè l’occupazione di soggetti disoccupati e inoccupati, da parte dell’agenzia nazionale che ne detiene la proprietà, la Invitalia. Ma, secondo quanto denunciano i lavoratori, a determinare la chiusura dell’azienda avrebbe contribuito anche il diniego della Regione Abruzzo di rilevare le quote di Sviluppo Italia Abruzzo, secondo quanto stabilito dal Ministero dello sviluppo economico, in attuazione della Finanziaria, nel piano di dismissione e di riordino interno di Invitalia. «L’acquisizione da parte della Regione – scrivono in una nota i dipendenti di Sviluppo Italia Abruzzo -, sarebbe una operazione vantaggiosa perchè, a differenza di altre partecipate, non porta con sè una situazione debitoria ma un attivo patrimoniale di circa 10 milioni di euro a fronte di una acquisizione a titolo gratuito. E’ vergognoso che i soggetti istituzionali coinvolti – scrivono i dipendenti -, non siano riusciti in quattro anno a risolvere una vicenda da loro stessa innescata». I dipendenti, 19 in totale di cui 7 nella sede di Mosciano Sant’Angelo, in virtù delle normative esistenti, non potranno godere di alcun ammortizzatore sociale. Nell’incubatore di imprese di Mosciano sono presenti 17 aziende che occupano il 70 per cento degli spazi disponibili; attraverso il decreto legislativo 185/200 sull’autompiego, Sviluppo Italia Abruzzo gestisce i fondi per la nascita di nuove imprese avviate da soggetti disoccupati e inoccupati: nei primi 9 mesi di quest’anno sono prevenute più di 500 domande di finanziamenti.
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