L’AQUILA – "Da politico, da ex assessore, ma soprattutto da medico abruzzese voglio dire che non accetto nella maniera più assoluta, che si tenti, anche in ambienti che non possono non sapere, di far passare l’ultimo ‘buco’ da 360 milioni di euro, come un buco della sanità". Lo ha detto il consigliere regionale Lanfranco Venturoni, ex assessore alla sanità. Nel suo intervento Venturoni parla del buco di 360 milioni di euro emerso nelle passate settimane che tante polemiche ha provocato soprattutto tra il centrodestra e il centrosinistra. "Non accetto che si parli di buco perchè l’aver stornato dal bilancio della sanità abruzzese quei 360 milioni – ha continuato Venturoni – per dirottarli altrove non è certo una colpa della Sanità. Al contrario la sanità abruzzese non è causa, ma vittima di quello storno e di quei 360 milioni finiti nelle casse di tutti gli altri assessorati. non è debitrice ma creditrice. Certo, questo non significa che la sanità non abbia le sue colpe, al contrario, ma non ha questa che invece è figlia di molti padri, di centrosinistra e centrodestra, e di quella scellerata scelta di ricondurre il bilancio ‘finalizzato’ della sanità nell’alveo del più grande bilancio generale". Nel suo intervento Venturoni si è tolto anche qualche sassolino dalla scarpa: da una parte ha ringraziato coloro che non gli hanno fatto mai mancare "una vicinanza che non è mai stata di facciata o di convenienza, ma sempre figlia della certezza del mio agire". In particolare ha ringraziato Totò Di Giandomenico per aver detto in una trasmissione televisiva di non credere alle accuse su Venturoni; poi ha attaccato il capogruppo del Pd, Camillo D’Alessandro: "mi dispiace per non aver avuto modo di profondere tutte le sue energie come aveva promesso pur di farmi perdere l’incarico assessorile, perchè è stato anticipato dalla magistratura".