TERAMO – Si chiama ‘Patto per lo Sviluppo’ ed è stato illustrato alle parti sociali e datoriali dal presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, alla presenza degli assessori, Alfredo Castiglione, Carlo Masci e Mauro Di Dalmazio. Il Patto sarà governato da una Consulta regionale, composta da sedici membri, rappresentanti di Province, Comuni, Comunità montane, Sindacati, Organizzazione di categoria, mondo della Cooperazione, Università, Unioncamere e camere di commercio, Sistema creditizio, e aperta anche alle forze di opposizione. La
Consulta potrebbe riunirsi già nella prossima settimana. Chiodi l’ha definita una "sorta di delivery unit sul
modello inglese che coniuga competenza, efficacia e snellezza". Il Patto per lo sviluppo, che muove dal principio di alleanza tra il sistema istituzionale ed il sistema territoriale, si propone di "centrare le priorità per promuovere e sostenere lo sviluppo economico, sociale, civile e culturale dell’Abruzzo.
Una novità assoluta del "Patto", collegata alla Consulta regionale è lo "Steering committee" per le aree e le situazioni di crisi, che avrà il compito di "anticipare le crisi aziendali" ed intervenire sia su un livello di interlocuzione con i Ministeri e le parti sociali per la governance dei territori e delle aziende in difficoltà economica e finanziaria; e sia su un livello di analisi delle opportunità di riallocazione, riconversione o vendita di aziende o gruppi di aziende in fase di dismissione, liquidazione o cessazione per evitare la dispersione del capitale materiale ed umano. Contestualmente al "Patto", il Governo regionale propone "Fabbrica Abruzzo", un progetto che mira a raccogliere in un unico quadro di riferimento le più importanti iniziative
industriali di immediata cantierabilità presenti sul territorio per negoziarle con il Ministero per lo Sviluppo economico, anche utilizzando gli strumenti del "Patto". "Non abbiamo la pretesa di invertire in un solo colpo una
crisi internazionale che ci ha segnato profondamente – ha spiegato il Presidente – ma ragionare secondo un’ottica di medio e lungo termine, sapendo che da un lato c’è la rarefazione delle risorse, dall’altro il debito pubblico da colmare". All’interno del documento di presentazione del "Patto", sono state indicate
anche le priorità per il 2011: si tratta delle politiche di innovazione per agevolare la transizione finanziaria veloce, delle politiche di aggregazione come azioni di supporto alla costituzione di reti d’impresa, costituzione e rafforzamento dei poli di innovazione, promozione delle reti e partenariati tra Università, centri di ricerca e imprese; delle politiche di sostegno all’imprenditoria innovativa, promozione e sostegno alla nascita e alle prime fasi di sviluppo di imprese ad alta tecnologia, delle politiche di innovazione finanziaria come sostegno alla fusione e all’aggregazione di consorzi fidi, politiche del credito, ruolo della finanziaria regionale, delle
politiche di internazionalizzazione e marketing territoriale come sostegno all’export, alla penetrazione commerciale, all’attrazione di investitori esteri e localizzazioni industriali. Il "Patto per lo sviluppo" si svilupperà
attraverso l’attuazione di specifici protocolli con gli Enti locali, le Associazioni datoriale e sindacali, le Università,
le Camere di Commercio, le Banche.