TERAMO – Spiegazioni chiede il circolo di Rifondazione Comunista di Teramo per la mancata retribuzione dei presidenti e degli scrutatori di seggio impegnati nella trascorsa consultazione referendaria del 12 e 13 giugno. “Normalmente – si legge in una nota del partito – il compenso per chi svolge questa funzione, spesso anche per sopperire a condizioni economiche non sempre floride, è disponibile nel giro di pochi giorni, così come è avvenuto, ad esempio, a Roseto degli Abruzzi o a Giulianova, dove sono stati pagati tutti. A Teramo – denuncia ancora il circolo – regna la confusione. Di fronte alle legittime proteste di chi chiama l’ufficio ragioneria del Comune per avere lumi, spesso si risponde girando la telefonata a qualche altro sfortunato dipendente del Comune che non riesce a fornire risposte adeguate all’utenza”. “E’ noto – spiega ancora il comunito del Prc – che il pagamento delle spese per le votazioni viene anticipato dai Comuni che, successivamente vengono integralmente rimborsati dallo Stato”. Il dubbio sollevato dal circolo teramano è che il Comune non abbia i soldi in cassa per anticipare queste spese. “Un sintomo di malessere” secondo il partito d’opposizione che sollecita infine l’amministrazione comunale a retribuire il personale impegnato nei referendum.
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