TERAMO – Si avvicina il cambio della guardia all’istituto “Regina Margherita” di Teramo. Il consiglio di amministrazione guidato da Roberto Zilli (nella foto), a poco più di un anno dall’insediamento (avvenuto il 15 maggio 2010), sta per passare il testimone a tre commissari straordinari. Il motivo del cambio di consegne risiede in due sigle, Ipab e Asp, che stanno per Istituto di pubblica assistenza e beneficenza e Azienda ai servizi per la persona. Nel recepire una legge nazionale, la Regione Abruzzo ha infatti dato avvio a una riforma, promossa dall’Assessore Paolo Gatti, che prevede l’accorpamento delle varie Ipab di ogni provincia e la costituzione, al loro posto, di un’unica Asp. Il compito dei commissari sarà quindi quello di “fondere” le 19 Ipab e i relativi CdA della nostra provincia in una sola Asp (in via d’eccezione, la normativa prevede la possibilità di un “raddoppio” qualora vi siano specifiche condizioni patrimoniali). “Abbiamo lavorato a spron battuto e in grande armonia e concludiamo il nostro mandato a testa alta – ha dichiarato Zilli nella conferenza consuntiva sulle attività svolte -“, conferenza durante la quale non ha mancato di ringraziare quello che sinora è stato il suo Consiglio di amministrazione (composto da Enzo De Berardis, Francesco Di Giacomo, Lorenza Gasparroni, Rodolfo Fedele, Francesco Recinelli e Simona Tavoletti: tutti con incarico gratuito) e il Segretario Generale della Provincia di Teramo, Gianna Becci, nel frattempo divenuta anche Segretario Direttore del “Regina Margherita”. “Al momento del nostro insediamento, circa un anno fa – ha detto Zilli – abbiamo purtroppo trovato una situazione molto grave, sia dal punto di vista debitorio che dal punto di vista della struttura in sé”. Da qui l’opera di risanamento, che è stata sviluppata portando avanti parallelamente due filoni di lavoro: da un lato, il riassorbimento del dissesto economico dell’ente (appesantito da numerose pendenze e da atti giudiziari, come ha sottolineato anche il consigliere comunale Giovanni Battista Quintiliani); dall’altro, gli interventi contro il diffuso stato di incuria dell’istituto. I risultati sono stati molti, così come emerge da una relazione tecnica che ne elenca una ventina. A cominciare proprio dal pagamento dei debiti per arrivare al finanziamento a fondo perduto targato Fondazione Tercas per la “messa in sicurezza” del complesso storico dell’istituto (poco meno di centomila euro). Fra gli altri obiettivi centrati, la riattivazione della tesoreria e dell’ufficio amministrativo, la stipula del contratto di affitto col Comune per l’asilo nido, la realizzazione dell’orto didattico, la ristrutturazione del piano superiore della scuola, la stima degli immobili (sebbene fatiscenti) del patrimonio dell’istituto e l’inventario delle opere d’arte sparse nelle varie sedi (compresi i quattro quadri di Celommi ritrovati e poi depositati nella Pinacoteca civica di Teramo). Non sono mancate azioni “programmatiche” di più lungo periodo, per esempio l’avvio della procedura per l’iscrizione dell’istituto al riparto del “5 per mille”, l’elaborazione delle linee guida per il riutilizzo del complesso conventuale come punto di riferimento per l’infanzia e l’avvio delle procedure per la selezione del personale amministrativo e contabile (l’istituto ne è totalmente sprovvisto). “La politica teramana – ha concluso Zilli – deve rendersi conto che il “Regina Margherita” può diventare un centro di eccellenza per i bambini delle scuole elementari. Si potrebbe realizzare, fra l’altro, anche una mensa per i poveri, così come detto con il Vescovo. Grazie al lavoro svolto, lasciamo ai commissari un’eredità più che buona”.
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