TERAMO – E’ stato assegnato dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Bari l’incarico di svolgere l’esame del Dna e l’autopsia per accertare se il corpo trovato sul litorale barese il 7 gennaio scorso appartenga a Roberto Straccia, lo studente marchigiano scomparso nel dicembre scorso mentre faceva jogging a Pescara. L’incarico è stato assegnato al medico legale Gianfranco Divella, dell’Istituto di Medicina Legale del Policlinico, che è stato il primo a compiere rilievi preliminari sul corpo e che compirà l’esame dopodomani. Per l’autopsia torneranno a Bari, presumibilmente, i genitori e la sorella del giovane, che hanno riconosciuto con certezza, come appartenenti al loro congiunto, gli indumenti che erano indosso al corpo trovato sul litorale barese, e le chiavi e il lettore ‘mp3’ che erano nelle tasche dei pantaloncini. I genitori, per gli esami autoptici, potrebbero voler nominare un consulente di parte che assista alle indagini necroscopiche ealla rilevazione del Dna, l’unico esame che potrà dare la certezza che il corpo trovato appartiene a Roberto Straccia. I familiari escludono che il giovane si sia suicidato e ribadiscono di voler andare avanti fino in fondo per sapere la verità su quanto accaduto. "Abbiamo dubbi che Roberto non abbia fatto quello che vogliono farci pensare e che pensano tante persone che non ci conoscono – afferma la sorella del 24enne, Lorena Straccia, ai microfoni di SkyTg24 -. Andremo avanti, vogliamo sapere la verità. Soprattutto, non può sparire un corpo senza che nessuno veda nulla – la interrompe il padre, Mario -, è impossibile"."Roberto ha fatto corsi di nuoto, ma non amava particolarmente nè il mare, nè l’acqua" aggiungono i familiari, secondo cui "lui andava a correre sul lungomare, non andava a correre lì", sul molo del fiume Pescara, punto che renderebbe plausibile l’ipotesi di un malore o di una caduta accidentale in acqua.Il giovane marchigiano era scomparso dal 14 dicembre scorso: le condizioni in cui è il corpo trovato sul litorale barese sarebbero compatibili con quelle di un cadavere rimasto in acqua per circa un mese.
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