TERAMO – L’Inps chiede un rimborso di 103,13 euro dopo 10 anni. Il fatto, in sé, potrebbe già sembrare abbastanza strano. A rendere l’episodio ancora più singolare è un altro dato: la persona a cui viene chiesto il rimborso per la pensione percepita è deceduta nel 2006. A raccontare l’episodio è Walter De Berardinis, giornalista di Giulianova, che il 12 marzo si è visto recapitare una raccomandata A/R indirizzata alla madre defunta. Altrettanto incredibile risultano le modalità di spedizione e ricezione della raccomandata. “E’ stata scritta il 22 febbraio – racconta De Berardinis – stampata il 29 febbraio e spedita l’8 marzo, per poi arrivare a destinazione il 12. Il postino, constatando che non vi era traccia della signora a cui era indirizzata, si è limitato a lasciare la cartolina di avviso”. Oltre al danno, quindi, anche la beffa: perché il bollettino di conto corrente postale indica, come scadenza per pagare l’importo, il 15 marzo, ossia oggi, quindi solo 3 giorni dopo il ricevimento dell’avviso. “Tolto che il rimborso o la dilazione del pagamento va richiesto entro 30 giorni dal ricevimento – afferma De Berardinis – mi chiedo perché il bollettino abbia una scadenza così ravvicinata, perché la contestazione, per far valere i propri diritti, può avvenire solo via internet ed entro 90 giorni, perché mandare una richiesta di rimborso solo dopo tutti questi anni? Visto che nei loro archivi la persona risulta già defunta perché non incassa più la pensione, perché non hanno emesso una cartella di pagamento agli eredi legittimi? Forse sarebbe stato meglio non accettare quella raccomandata dell’Inps, tanto sarebbero passati altri 10 anni per trovare gli eredi”.