TERAMO – Se la localizzazione del nuovo teatro è davvero su quello esistente, come da molte parti si annuncia, per i Per Davvero questa non può essere concepita «all’infuori di una seria riflessione del futuro di questa città e sulla necessità di pensarlo in modo innovativo e moderno». Per la formazione politica cittadina, «uno dei capisaldi dello sviluppo della città capoluogo deve essere uno stop deciso e convinto alla cementificazione del territorio e un altrettanto deciso orientamento verso il riuso delle strutture esistenti, ormai in stato di abbandono e sempre più degradato. Il teatro comunale, spazio pubblico da sempre svenduto alla gestione privatistica, non può e non deve essere una via di ripiego, tanto non c’è altro da fare». Secondo i Per Davvero può essere invece «l’occasione giusta per ripensare la sua area, i suoi volumi, persino uguali se non superiori al progetto fallito della Straferro, nei termini di una nuova progettualità che preveda il riuso di tutti gli spazi, comprese le superfici commerciali, un grande contenitore culturale al centro della città, in grado di svolgere la sua funzione di attrattore, spazio per le comunità artistiche, per agganciare il meglio della cultura italiana. Per la gestione non si può pensare alla città come a un paese solo per vecchi, ma all’apertura verso i nuovi linguaggi della contemporaneità e alla fine delle lobby culturali che anche a Teramo la fanno da padrone».
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