TERAMO – L’Imu spaventa i contribuenti teramani ma anche il sindaco Maurizio Brucchi alle prese in questi giorni con le valutazioni di carattere tecnico per stabilire come il Comune intende muoversi di fronte quella che Brucchi definisce "ennesima stangata inserita nel decreto Salva-Italia dove a metterci la faccia sono i sindaci che si ritrovano a fare gli esattori per conto del governo". Questo perchè il 50% del gettito totale andrà nelle casse centrali e in considerazione delle agevolazioni, delle esenzioni e dei tanti contribuenti che fuggono al fisco, il Comune rischierebbe anche di rimetterci. Il ritorno dell’Imu dunque non piace a nessuno, visto che a non essere tassati saranno soltanto i terreni, ma per il resto (dunque anche fienili, capannoni e autorimesse) nulla sfugge alla manovra. Nemmeno il Comune visto che l’ente per la prima volta dovrà pagare l’Imu per i suoi immobii. La cifra da corrispondere al governo, stimata a grandi linee dal sindaco e dal suo assessore al Bilancio Di Sabatino, si aggira sui 9milioni di euro, calcolata sul 100% dei contribuenti. "A pagare sono sempre e soltanto i Comuni che in fin dei conti sono quegli enti che erogano più servizi ai cittadini – ha dichiarato il sindaco Brucchi – a questo si aggiunge che il patto di stabilità sta bloccando il 60% degli investimenti poichè siamo impossibilitati a pagare le imprese che lavorano per noi pur avendone la disponibilità economica".
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