TERAMO – La rivoluzione introdotta con le liberalizzazione degli orari nel commercio, quella che consente ai commercianti autonomia totale di orari e di aperture, sembra che non rivoluzionerà più di tanto le abitudini dei teramani. Almeno questa è la lettura del presidente comunale di Confesercenti, Giancarlo Da Rui, secondo cui le misure da adottare per contrastare la crisi del commercio non passano per la strada delle liberalizzazioni. “Servono altri strumenti per far ripartire i consumi – spiega Da Rui – quali un accesso al credito agevolato per le imprese, e un abbassamento dei costi. L’aumento dell’Iva al 23% è una misura che va in direzione totalmente opposta. Per lo Stato l’aumento dell’1% dell’Iva non è significativo, ma per il consumatore l’impatto è significativo”. Ma a Teramo i commercianti saranno pronti a rimanere aperti? C’è questa disponibilità? Secondo il presidente di Confesercenti a beneficiare della facoltà di rimanere aperti sarà soprattutto la grande distribuzione, che grazie a regole per così dire più “soft” nel lavoro e grazie ai numeri del personale impiegato, ha questa capacità. Per i commercianti teramani è più complicato. “Sicuramente alla luce delle novità dobbiamo incontrarci e decidere il da farsi – ha detto Da Rui – ma sicuramente esperimenti precedenti non sono stati fortunati perché le aperture straordinarie sono avvenute sempre a macchia di leopardo. Tra l’altro è difficile per molti di noi rimanere aperti anche il giovedì pomeriggio per via delle esigenze del personale che ha comunque diritto al giorno di riposo. Dovremo adesso trovare insieme una soluzione, magari individuare una domenica al mese per rimanere tutti aperti, ma ogni iniziativa andrà portata avanti con la concertazione di tutti”.
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