Il rom omicida: «Il mio ultimo giorno da uomo libero»

PESCARA – «E’ il mio ultimo giorno da uomo libero»: ha detto così Massimo Ciarelli agli uomini della Mobile, guidati da Pierfrancesco Muriana, ieri quando è stato arrestato come presunto omicida dell’ultrà del Pescara Domenico Rigante. Lo hanno rivelato gli inquirenti che hanno negato anche ogni possibile trattativa eventuale con il Ciarelli che non si è costituito, ma è stato arrestato. Secondo il questore di Pescara, Paolo Passamonti, "c’è stata una sola telefonata con il suo avvocato, perchè gli avevamo fatto terra bruciata. Ciarelli era spaventatissimo e gli abbiamo fatto capire che non conveniva a nessuno un’irruzione nel covo dove si era
rifugiato». «In due giorni l’avremmo comunque preso, si è arreso», ha confermato il capo della Mobile Muriana che ha poi spiegato che nella sua latitanza è stato coperto da qualche familiare che gli portava vestiari e alimenti e quindi «al prossimo rifornimento lo avremmo preso». Muriana ha voluto ringraziare il padre di Rigante e ha confermato che questa settimana si attiverà anche la polizia scientifica nella casa dove è stato assassinato Rigante e sull’autovettura usata dal commando di piazza Grue. Questa mattina intanto il pm di Pescara Campochiaro ha effettuato il primo interrogatorio di garanzia con Ciarelli che si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Manifestazione a Pescara, tensione alta, sindaco contestato. Oltre un migliaio tra tifosi del Pescara e semplici cittadini si sono assiepati sotto il Comune per una manifestazione di protesta contro i fatti dell’ultima settimana. Il fratello gemello di Domenico Rigante, l’ultrà pescarese ucciso dal rom Massimo Ciarelli martedì scorso ha detto: «Bene le forze dell’ordine, ora devono prendere i complici se no sono guai». Quella di questa mattina è a tutti gli effetti una manifestazione contro la numerosa comunità rom a Pescara. Non mancano cori e insulti e inviti palesi alle autorità per una maggiore legalità nei confronti dei rom. «Pescara violenta? Da sindaco la cosa mi preoccupa – ha confermato Luigi Albore Massa, sindaco di Pescara – bene le forze dell’ordine ora bisogna arrestare gli altri del commando ma devo dire che questo fatto di sangue rappresenta una anomalia nella storia di Pescara, proprio per il modo crudele e violento con cui Rigante è stato assassinato». Cori in ricordo dell’ultrà assassinato, ma anche la precisazione di uno dei partecipanti che «questa non è la lotta degli ultrà contro i rom, ma è la lotta dell’intera Pescara per la legalità, noi che siamo in una situazione difficile e che vogliamo rimanere onesti».
I toni della manifestazione pian piano sono aumentati. A farne le spese è stato il sindaco che è stato più di una volta contestato come rappresentante delle istituzioni. «Abbiamo chiesto le istituzioni, dove sono le istituzioni?», hanno infatti urlato più volte i manifestanti. La manifestazione ultrà era ed è stata confermata come una manifestazione contro la comunità rom di Pescara, alla quale appartiene Massimo Ciarelli, il ventinovenne arrestato ieri per l’omicidio del tifoso biancoazzurro Domenico Rigante. «Gli zingari dovete emarginarli voi», si è sentito urlare. «E’ dal tribunale che nascono i problemi, dopo due ore stanno a casa loro", ha continuato la gente. Un brutto clima si è istaurato quindi a Pescara anche perchè al sindaco, apparso più di una volta in difficoltà, sono state ricordate tutte le ‘malefatte’ della comunità rom pescarese, a cui vengono imputate una serie di delitti insoluti, e criminalità diffusa. «Io la faccia ce l’ho messa», ha detto alla folla il sindaco, ma alla fine a portare un po’ di calma è stato il padre di Domenico Rigante, Pasquale, che rivolto alla folla molto eccitata ha detto: «Io vi ringrazio, ora torni la calma, scioglietevi perchè quello che dovevate fare lo avete fatto».