Piano triennale delle opere: il centrosinistra contro i progetti spariti

TERAMO – Un Piano triennale delle opere pubbliche troppo “ingessato” a causa del Patto di stabilità e troppo simile, quasi “sovrapponibile” a quello degli anni precedenti. Sono queste le critiche che il centrosinistra ha mosso nei confronti del documento che è stato approvato ieri in Consiglio comunale. Per il consigliere del Pd Manola Di Pasquale Teramo è una città “indecorosa”. «La tanto sbandierata filiera tra Comune-Provincia-Regione ha venduto sulla carta progetti che in realtà non ci sono. Cosa è stato realizzato finora? Il Lotto zero? Lo ha fatto l’Anas? Il parcheggio dell’ospedale? La Asl. Restano solo due brutture: l’Ipogeo, che ancora non è terminato, e la rotonda di via Arno. Le manutenzioni sono praticamente assenti, in centro, e soprattutto nelle frazioni». Anche il capogruppo del Pd Giovanni Cavallari ha puntato l’attenzione sulla carenza di fondi. «Nel Piano c’è un elenco di opere che non possono essere realizzate, è praticamente uguale a quello degli anni passati. Le uniche finanziabili sono quelle che hanno ottenuto fondi da Regione o da altri Enti». Valdo Di Bonaventura (Idv)   ha invece sottolineto l’assenza di un progetto strategico per la città: il recupero dell’ex Manicomio. «Vuol dire che ci abbiamo rinunciato definitivamente?», è stata la domanda del consigliere, a cui hanno fatto eco gli interventi di Alberto Melarangelo (Pd) e Sandro Santacroce (Idv) che hanno aggiunto anche altre opere mancanti nell’elenco: il castello della Monica, il recupero del Braga, le manutenzioni per alcune vie del centro come via Stazio e via Pretuzio. Per Santacroce «Teramo è una città dormiente, non si capisce quale sia il progetto politico che sta alla base degli interventi programmati». Alle polemiche hanno risposto l’assessore ai Lavori pubblici Giorgio Di Giovangiacomo e quello alle Manutenzioni Rudy Di Stefano, che ha sottolineato la priorità data alla sicurezza delle scuole piuttosto che agli asfalti. Anche il sindaco Maurizio Brucchi ha replicato alle critiche, soprattutto a quelle lanciate da Di Pasquale. «Teramo non è affatto una città indecorosa – ha detto Brucchi –, forse lo era prima: in pochi anni abbiamo cambiato il volto di questa città: con 29 cantieri aperti durante la Giunta Chiodi e chiusi, non mi sembra poco. Abbiamo inserito nel Piano il progetto di riqualificazione dei Corsi principali di cui si parla da anni, sono stati stanziati 1,5 milioni per le rotonde, che, piaccia o no, snelliscono il traffico ed aiutano la circolazione delle auto. E’ vero che il Patto di stabilità rallenterà i lavori, e che non possiamo contrarre mutui, ma abbiamo in cassa 15 milioni di euro da spendere. E’ anche vero che il progetto del recupero dell’ex manicomio è fallito, non per colpa nostra, ma per il dietrofront del sindaco Cialente, ma, come è avvenuto per il Nuovo teatro, ci riproveremo con un nuovo progetto».