Ruzzo: «Dal centro-destra un'occupazione militare, resta il problema della carenza idrica»

TERAMO – "L’ennesima frittata, un errore pacchiano. Il centrodestra è nervoso, forse perchè da qui a un anno sente vicina la fine del Modello Teramo". Così i sindaci del Pd e il segretario provinciale Robert Verrocchio bollano quanto accaduto nell’ultima assemblea del Ruzzo conclusa con il rinvio dell’approvazione del bilancio e l’ingresso di Vittorio Scuteri (in corsa per la presidenza) nel Cda al posto del dimissionario Vinicio Ciarroni. Le contestazioni del centrosinistra rigurdano il metedo ritenuto "orientato esclusivamente all’occupazione di poltrone di potere" ma anche i passaggi tecnici con i quali si è arrivati alla presidenza di Carlo Ciapanna, ritenuta illegittima, così come nullo sarebbe stato il documento consuntivo eventualmente approvato a sua firma. A spiegarne i motivi, supportato dai riferimenti del Codice civile e dallo statuto, è il sindaco di Giulianova, Francesco Mastromauro. «Dopo le dimissioni di Strozzieri, di cui ancora ignoriamo le reali cause, il Cda andava ricostituito con un nuovo componente, indicato nella figura di Vinicio Ciarroni. Quest’ultimo però doveva subentrare al posto del membro uscente anche nelle sue funzioni, dunque assumere la presidenza. Invece Ciarroni è entrato in Cda non per sostituire Strozzieri, ma per ricomporre un direttivo che ha poi indicato alla guida Ciapanna. Un passaggio doppiamente illegittimo poichè il presidente va eletto dall’assemblea dei sindaci e non dal Cda. Un iter viziato dunque – spiega Mastromauro – che metteva a rischio anche la validità del bilancio. Una considerazione che ha fatto anche il centrodestra, visto che ha chiesto il rinvio, ma che però ha voluto mettere al sicuro le poltrone, assicurando l’ingresso di Scuteri senza nemmeno la presentazione di un curriculum». «Noi torniamo a chiedere trasparenza – ha detto Mastromauro – chiediamo l’azzeramento del Cda, e che la scelta dei suoi membri avvenga con un bando pubblico. I cittadini vogliono trasparenza. Non è la politica che può amministrare un ente come il Ruzzo, ma servono figure tecniche competenti. Brucchi è diventato lo scudiere di un potere e di un modo di amministrare che tra qualche mese verrà superato». E i 20 anni di “gestione fallimentare” del centrosinistra tirati in causa dal sindaco Maurizio Brucchi? “Noi chiediamo di azzerare il passato perché i cittadini ci chiedono altro. Inoltre va sottolineato che negli anni passati il bilancio è stato sempre approvato e condiviso dal vice-presidente Ciapanna, dunque dal centro-destra. Adesso disconosce questa responsabilità?". E sull’indebitamento del Ruzzo ha preso posizione il sindaco di Castellalto, Vincenzo Di Marco: «Se c’è una forte posizione debitoria del Ruzzo è perché in questi anni sono stati fatti investimenti importanti sulla rete fognaria e di depurazione dell’intera provincia. In un anno di gestione del centro-destra invece non si è mai risolto il problema della carenza idrica dei Comuni della costa». «Il Pdl – hanno dichiarato i sindaci di Cortino e Mosciano, Gabriele Minosse e Orazio Di Marcello – ha pensato l’anno scorso di poter gestire il Ruzzo da solo, forte anche delle divisioni nostre che non ci hanno permesso di avere un nostro componente in Cda. Ma noi oltre che sindaci siamo soci del Ruzzo e in un anno non siamo mai stati convocati per conoscere un piano di investimenti o per essere messi a conoscenza di eventuali problemi. Come pensa Brucchi di imporci un presidente senza averci permesso di partecipare alle attività della società?». «Brucchi stia attento quando parla di sprechi e di spending review– ha concluso Mastromauro – perché è il Pd che propone la diminuzione di da 5 a 3 componenti in Cda. Il Pdl invece fa del Ruzzo un’occupazione militare di poltrone che non coincide con gli interessi del territorio. Così facendo rischia di scivolare su una buccia di banana».