Catarra farà ricorso contro la provincia L'Aquila-Teramo

TERAMO – Il presidente della Provincia, Valter Catarra, annuncia che farà ricorso contro le decisioni del Comitato delle autonomie localil (Cal) che ieri ha formalizzato la proposta di riorganizzazione delle province, da sottoporre adesso al Consiglio regionale, indicando in due gli enti da costituire: Pescara-Chieti e L’Aquila-Teramo. «Il Cal si è appiattito sulle decisioni del Governo rinunciando ad avere un ruolo – è il commento di Catarra -. Il paradosso è che questa decisione arriva mentre è chiaro a tutti che il confuso dibattito sulle Province ha fatto da paravento ai veri costi impropri della politica: il fallimento del federalismo regionale e la cattiva gestione della Pubblica amministrazione». Nella riunione di ieri del Cal, la Provincia di Teramo era rappresentata dal presidente del consiglio, Mauro Martino, che non ha partecipato al voto, lasciando l’assemblea. Il sindaco di Teramo, Brucchi, ha votato la proposta delle tre province, Chieti, Pescara e Teramo e di Pescara area metropolitana, assieme al primo cittadino di Roseto, Enio Pavone. «Non riconosco al Cal, un organismo di rango non costituzionale – ha aggiunto Catarra -, il potere di esprimersi sulla soppressione di enti costituzionalmente garantiti nel più totale dispregio dell’articolo 133 che definisce in maniera molto netta che il mutamento delle circoscrizioni provinciali sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziativa dei Comuni, con la partecipazione delle popolazioni interessate. Per le stesse ragioni sono impugnabili sia il Decreto sulla spending review che i provvedimenti legislativi conseguenti. Voglio solo ricordare che il Tar del Lazio, sul ricorso già presentato dalla Provincia di Matera si è riservato di decidere ma non lo ha dichiarato inammissibile come in tanti andavano predicando».
Rincara la dose Mauro Martino: «La comunità teramana è stata lasciata sola, è l’unica ad essere penalizzata mentre in altre Regioni, i Cal stanno scegliendo strade ben diverse e in alcuni casi molto lontane dal provvedimento del Governo in difesa della coesione sociale dei propri territori». La Provincia, quindi, si appresta a presentare il ricorso, il cui termine scade il 5 novembre. L’Avvocatura dell’Ente sta valutando di integrare, nell’impugnativa al Tar, non solo l’opposizione alla delibera del Consiglio dei ministri del 20 luglio scorso, ma anche alla stessa proposta del Cal Abruzzo ed eventualmente al pronunciamento finale della Regione, previsto per il 22 ottobre.

Le prossime mosse del sindaco Brucchi: «In ballo più di 1000 posti di lavoro». Deluso, ma non sorpreso, è il sindaco Maurizio Brucchi che non vuole entrare nella polemica politica pur ritenendo che la proposta è passata attraverso i voti del pd regionale.«Adesso mi aspetto che i rappresentanti del Pd teramano, al di là degli steccati politici,  mi stiano accanto in una battaglia che per me non si è certo fermata a questa proposta formulata dal Cal – ha detto il sindaco – e che intanto dovrà essere vagliata prima in Regione e poi al Governo». Il sindaco pensa adesso di percorrere due binari paralleli: "Da una parte ho avviato un confronto con il governatore Gianni Chiodi e con gli assessori teramani per fare ogni tentativo utile a salvaguardare l’autonomia della Provincia, dall’altra ho iniziato una trattativa con Cialente e Del Corvo (sindaco e presidente della Provincia dell’Aquila), per far sì che L’Aquia rest capoluogo di regione e per lasciare a Teramo il ruolo di capolugo di Provincia". La proposta del sindaco, che deve ricevere l’ok dei rispettivi consigli comunali, consentirebbe di tutelare così i servi pubblici essenziali resi da uffici nevralgici come la prefettura, o il provveditorato, ma soprattutto di conservare più di mille posti di lavoro a rischio con la perdita del ruolo di capoluogo.

Il Pd: «Siamo a favore di una provincia unica in Abruzzo». E’ questa la posizione del segretario provinciale del Partito democratico, Robert Verrocchio che annuncia di «andare avanti in tutte le sedi con questa proposta».«Crediamo che la nostra proposta sia la più seria e responsabile, che guarda sia al mantenimento dei servizi per i nostri cittadini sia ad una drastica riduzione dei costi amministrativi. È chiaro che la proposta di Brucchi è impraticabile. Noi vogliamo difendere davvero Teramo, e vogliamo farlo attraverso idee innovative e che incidano sulla sostanza delle cose, non con idee usate come bandierine. Se fosse istituita una provincia unica, si potrebbero liberare molte risorse a favore della collettività, faremmo rimanere i servizi sul territorio ed eviteremmo le spinte centrifughe di molti territori, che già in questi giorni stanno venendo fuori – ha proseguito il segretario Verrocchio -. Ci chiediamo perché il nostro presidente della Provincia, Valter Catarra, abbia deciso di non andare a sostenere la proposta del sindaco di Teramo Maurizio Brucchi, e soprattutto ci chiediamo quale sia l’opinione sulla questione del governatore Gianni Chiodi, di fronte ad una legge che sta mettendo in discussione i servizi per i cittadini teramani e che sta gettando nel caos un’intera regione. È inconcepibile che dopo settimane di discussioni Chiodi non faccia ancora sapere nulla e che non abbia neanche tentato una mediazione tra i vari territori». La proposta del Pd teramano vede in Abruzzo un’unica provincia, suddivisa nei sette sub-ambiti dell’Aquila, Avezzano, Sulmona, Teramo, Pescara-Chieti, Lanciano e Vasto. «Voglio chiedere agli assessori regionali della provincia di Teramo cosa pensano di questa proposta – ha affermato il consigliere provinciale Pd, Renzo Di Sabatino -. Di fronte ai compiti delle Province per come sono stati ridisegnati, noi crediamo che l’abolizione sia la soluzione migliore. A Brucchi che accusa il Pd di non aver difeso la nostra provincia, io chiedo se vuole cominciare a difendere davvero Teramo oppure se vuole continuare a far finta».

Manola Di Pasquale (Pd): «Farla diventare un’occasione». «Se il nostro destino è quello di andare a costituire una macroarea L’Aquila-Teramo, la classe politica attuale e che verrà, si devono unire intorno ad un unico progetto che abbia la forza e le potenzialità di rivedere con lungimiranza una nuova ridistribuzione dei servizi, uffici e idee di sviluppo – è il parere del presidente del Partito democratico, Manola Di Pasquale. «E’ facile pensare che la nuova macroarea L’Aquila-Teramo possa diventare un eccellente polo Universitario delle arti e delle scienze, pensare di coniugare una vocazione turistica ed agro-alimentare con quella più tecnica-industriale dell’Aquila, inserita nella nuova idea di Green economy. E’ giunto il momento di iniziare a lavorare verso nuovi sviluppi e i presupposti sono molti ma la classe politica attuale è veramente pronta per affrontare il nuovo momento e tutelare veramente il nostro territorio?»