TERAMO – I parlamentari sono ultimo baluardo, secondo Teramo Nostra, per «evitare la mortificazione della provincia di Teramo». La notizia della cancellazione del Teramano dalla mappa istituzionale italiana conosciuta e ordinata con l’ente Provincia, ha sparso malumori e provocato reazioni. L’Associazione culturale teramana da sempre in prima linea peer la difesa dei valori storici, culturali e sociali del territorio teramano, insorge contro quegli «altri teramani presenti in altri partiti politici che hanno fatto unità con chi voleva per varie ragioni di fatto la liquidazione della provincia teramana», elogiando il fatto politico «indiscutibilmente democratico espresso dal consiglio regionale il 23 ottobre con il mantenimento delle 4 province o l’azzeramento di tutte» e l’impegno del governatore Chiodi, della giunta, del capogruppo Pdl, della loro maggioranza e del gruppo Idv. Teramo Nostra traccia un parallelismo tra il vicepresidente della provincia di Teramo Giacomo Acerbo – poi ministro – che nel 1927 sostenne lo scorporo di 31 comuni verso Pescara, con l’attuale senatore Andrea Pastore, componente della commissione parlamentare per la Riforma Istituzionale, «così abile a ridefinire quei parametri che precedentemente avevano considerato Teramo tra le Province inalienabili». La decisione, secondo l’Associazione culturale teramana, è spinta oggi «dalle lobby di ordini professionali e della Confindustria abruzzese che vogliono esaltare gli interessi rappresentatia Pescara», così come ieri c’era il ceto agrario vestino e pescarese dietro ad Acerbo. Da qui l’appello ai parlamentari teramani, da Tancredi alla Castellani, a Ginoble e Di Stanislao, di intervenire perchè le ragioni della Provincia di Teramo vengano riconsiderate. «Ricordiamo al presidente Gianni Chiodi di fare il ricorso alla Corte Costituzionale – scrive Teramo Nostra -, a Robert Verrocchio di essere più presente a tempo debito con i cittadini teramani e condividiamo la preoccupazione del sindaco Maurizio Brucchi per un’ulteriore protesta a cui noi ci associamo per difendere Teramo, avendo forti ragioni da far valere. Teramo Nostra si mobilita per andare a Roma e far valere la centralità del nostro capoluogo nel territorio provinciale, unico esempio calzante dell’intero Abruzzo».
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