TERAMO – Non ci sta il sindaco Brucchi, che si definisce l’unico «assieme al Governatore Chiodi a combattere la battaglia per salvare Teramo capoluogo», alle accuse che gli arrivano da una parte del Partito democratico (vedi presidente regionale Manola Di Pasquale) e da Futuro e Libertà (con il capogruppo in consiglio regionale Berardo Rabbuffo): «Sbaglio o Rabbuffo voleva la provincia unica in Abruzzo e in consiglio regionale nel suo intervento ha difeso Chieti? Sbaglio – dice il sindaco di Teramo – o fino ad oggi Manola Di Pasquale non ha mai parlato dell’argomento?». Sono loro che hanno svenduto Teramo, secondo il primo cittadino, che ha anche una spiegazione di questo agire politico: «Rabbuffo ha compito facile: non è stato eletto dal popolo, è stato nominato nel listino, non ha da rispondere ai cittadini che lo hanno votato; Manola Di Pasquale non può parlare perchè al Pd sono "commissariati", se lo fanno vengono cacciati dal segretario regionale, come è capitato a Ilaria De Santis in queste ore. E il suo partito, con il capogruppo D’Alessandro, ha liquidato Teramo con la proposta di creare tre province e di accorpare la nostra a Pescara… Dai loro consiglieri regionali nessuna parola di ostegno a Teramo, nessuna contraddizione a quello che propagandano i loro rappresntanti ai vertici del partito». Brucchi conferma che proverà in tutti i modi a bloccare l’approvazione del decreto e ha già contattato numerosi sindaci coi quali recarsi a Roma il giorno in cui si discuterà in Parlamento: «Io almeno ci provo a salvare il nostro capoluogo da uno scellerato decreto legge. Per Rabbuffo e Di Pasquale, oggi che è Ognissanti, è consigliabile battere una mano sul petto per il mea culpa…».
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